giovedì 12 luglio 2018

Cosa ci ha lasciato Francia 98



Le coppiette che si sbaciucchiavano e si giuravano amore eterno sulle struggenti note di “My heart will go on”, meglio se accompagnate da un ballo lento. I pomeriggi interminabili a consumare i videogiochi di calcio con “Song 2” dei Blur e “Tubthumping” dei Chumbawamba in sottofondo - tanto avete già capito dove voglio andare a parare. Le ragazzine che si strappavano i capelli per Nick Carter dei Backstreet Boys. Il brit pop ormai sdoganato a tutti gli effetti, le All Saints e le B*Witched che provano a scalzare le Spice Girls. Le calde, per non dire afose, sere d’estate con l’immancabile gelato in mano ma non il cellulare, ché all’epoca non era ancora un bene di consumo di massa.

Eh no, caro Platini: la storia del “piccolo imbroglio” nei sorteggi del Mondiale del 1998 non può cancellare i ricordi di noi trenta-e-qualcosa-enni che all’epoca eravamo degli ingenui adolescenti sognatori. E soprattutto, così a posteriori, non può rientrare nel lascito di un torneo che è stato la perfetta transizione dal calcio degli anni Novanta a quello “moderno” dai più vituperato -  ma che, cari seguaci della nostalgia, è germogliato proprio nel periodo storico che tanto rimpiangete.