giovedì 4 maggio 2017
Quando il Grande Torino venne a Viareggio
"Partiti per Viareggio i campioni d'Italia". Con questo titolo, a metà fra il trionfalistico e lo stile futurista, La Stampa annunciava la partenza del Torino, il Grande Torino, alla volta di Viareggio ai primi di febbraio del 1949. La squadra allenata da Ernő Egri Erbstein era attesa da una trasferta in casa della Lucchese e così giocatori e staff tecnico trascorsero la vigilia nella celebre località balneare della Toscana.
Lo confesso: questo legame tra il Grande Torino, forse la più bella espressione di calcio mai vista in Italia, e la mia città è frutto di una scoperta casuale. Ero infatti a caccia di curiosità e notizie sulla prima edizione del Torneo di Viareggio, quella appunto del 1949, e 'rovistando' nell'archivio digitale de La Stampa mi sono imbattuto in questi due articoli.
Per la cronaca la partita del "Porta Elisa", disputata il 6 febbraio, finì con un gol per parte: i piemontesi passarono in vantaggio con Valentino Mazzola, il 'nostro capitano' come viene ricordato ogni 4 maggio dal giocatore del Torino che in quel momento porta la fascia sulla manica sinistra. Dalla parte del cuore.
Quel 'cuore Toro' che è un po' un marchio di fabbrica di questa squadra per la quale gli sportivi genuini - credo - nutrono simpatia, affetto, ammirazione e rispetto.
Una squadra che è patrimonio di tutti noi, del calcio italiano in generale.
Già, il 4 maggio: oggi ricorre l'anniversario del disastro aereo sulla collina di Superga che tre mesi dopo quella giornata di riposo a Viareggio ci portò via Bacigalupo, Ballarin I, Ballarin II, Bongiorni, Castigliano, Fadini, Gabetto, Grava, Grezar, Loik, Maroso, Martelli, Mazzola, Menti, Operto, Ossola, Rigamonti, Schubert, i tecnici Erbstein e Lievesley, i dirigenti Agnisetta, Civallera e Cortina e i giornalisti Casalbore, Cavallero e Tosatti.
E allora, in una giornata che sarà sempre colma di lacrime per il popolo granata, mi limito a ricordare il Grande Torino con questi due articoli che legano il ricordo di quella squadra straordinaria alla città in cui sono cresciuto.
Piccola nota a margine: per ovvi motivi nessuno dei campioni granata di quegli anni partecipò al Torneo di Viareggio, istituito proprio nel 1949 e riservato a giovani calciatori. Epperò nella storia della Coppa Carnevale, come noi viareggini abbiamo sempre chiamato la competizione, ci sono tre nomi comunque legati al Grande Torino.
Nel Lanerossi Vicenza che vinse due edizioni consecutive del torneo a metà degli anni Cinquanta, innanzitutto, giocava Luigi Menti (nipote di Romeo). Nella Juventus che partecipò nel 1962 c'era invece Pier Luigi Gabetto (figlio di Guglielmo), ma i bianconeri non fecero moltissima strada: l'Inter arrivò sino alla finalissima, dove sconfisse la Fiorentina, e fra i protagonisti di quel successo ci fu Sandro Mazzola. Che no, non ha bisogno di troppe presentazioni e spiegazioni.
Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”.
(Indro Montanelli)
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