venerdì 12 novembre 2010

Le grandi rivalità: Viareggio vs Lucchese


Della serie: unire l'utile al dilettevole. Come avrete visto, negli ultimi tempi ho scritto poco su questo blog. Non che prima scrivessi tutti i giorni. Adesso, però, sto viaggiando alla media di un articolo al mese. Un po' pochino, sì. Ma, d'altro canto, incalzano gli impegni. Con "Il Tirreno". Con "Pianeta Sport", il cui terzo numero uscirà a breve. E anche con Sport Versilia, portale gestito dall'amico e collega Gabriele Noli che ha finito per coinvolgermi pure in questa avventura. 

Domenica qui a Viareggio ci sarà una partita molto attesa: il derby con la Lucchese. Non potevo non cogliere l'occasione per aggiungere anche questo personalissimo capitolo alla rubrica "Le grandi rivalità". Un capitolo particolarmente denso e corposo: su Sport Versilia ho pubblicato sei diversi articoli riguardo al derby. Un vero e proprio lavorone che, però, combacia perfettamente con lo spirito di questo blog. 

Trovate il canonico bilancio dei precedenti, ma anche un resoconto più dettagliato di due partite passate alla storia - quella del 2 maggio 1920, che diede vita alle "Tre giornate rosse di Viareggio" e lo spareggio di Livorno del 28 maggio 1933 -, un bilancio dei confronti in campionato. E poi tante, appassionanti storie. Quelle di coloro che hanno vestito entrambe le maglie e hanno vissuto il derby sia sulla sponda bianconera, sia su quella rossonera. Quelle di tutti quei viareggini che, per uno strano scherzo del destino, hanno giocato nella Lucchese ma mai nel Viareggio. E, come sempre, non mancherà un breve profilo delle due squadre.

Una squadra che prende vita dalla fusione tra ben sei società. Nulla di eccezionale, nel calcio degli anni pioneristici è una prassi comune. Se non fosse che ci troviamo in Toscana, terra di acuti campanilismi. Corre l'anno 1919 e a Viareggio impazzano ben sei squadre: c'è l'Esperia, nata otto anni prima
e ispirata, per il nome, da un farfalla. Ci sono anche la Libertas, la Vigor, la Garibaldi, l'Aquila e la Celeritas. Tutte squadre portatrici di un'identità soprattutto rionale, più che cittadina. Nel corso delle riunioni alla pensione Puccini passa la linea dell'unione delle forze: nasce così lo Sporting Club Viareggio, colori sociali il bianco dell'Esperia ed il nero della Libertas.

La società bianconera nasce sotto una buona stella: al primo anno di attività vince subito il campionato di Promozione toscano e viene promossa in Prima Categoria, dove rimane tuttavia solamente per un paio di stagioni. Il 1926 porta con sé grandi cambiamenti: proprio a Viareggio viene stilato il nuovo ordinamento del calcio italiano, che inserisce le zebre nella nuova Seconda Divisione. E i bianconeri cambiano denominazione, arrivando a chiamarsi Unione Sportiva Viareggio. Rimane, invece, la stessa sete di successi: in pochi anni arrivano la promozione in Prima Divisione e, successivamente, in Serie B, conquistata al termine di un palpitante spareggio contro la Lucchese a Livorno nel maggio 1933. 

Dopo quattro stagioni nel campionato cadetto, arriva l'amara retrocessione e, tra difficoltà finanziarie ed interruzioni dovute allo scoppio della Seconda guerra mondiale, bisogna attendere il 1945 per rivedere le zebre in Serie C: sotto la guida di Aldo Olivieri, campione del mondo nel 1938, è subito Serie B ma questa volta il paradiso dura appena due stagioni ed i bianconeri non torneranno più nel secondo campionato italiano più importante. Gli anni Cinquanta e Sessanta sono i più difficili per il calcio bianconero, relegato a più riprese nei campionati dilettantistici: per qualche stagione (dal 1968-69 al 1973-74) riconquista la serie C, ma il ritorno negli inferi è nuovamente dietro l'angolo. 

E a nulla vale, quattro anni più tardi, l'ennesima promozione nel calcio professionistico, ottenuta nello spareggio contro la Rondinella al lancio della monetina: le zebre sono costrette a salutare nuovamente la serie C, che rivedranno solamente agli inizi degli anni Novanta. A Viareggio, adesso, sognare non è proibito: la società è in mano all'imprenditore Giorgio Mendella, brianzolo di nascita e versiliese d'adozione, fondatore della holding Intermercato. Il nuovo patron bianconero si presenta alle partite in elicottero e promette di riportare le zebre ai vertici del calcio italiano, ma i suoi guai giudiziari risvegliano i tifosi viareggini dai sogni di gloria: gli subentra Francesco Picciotto, uomo d'affari messinese che si presenta come titolare di concessioni minerarie in Sierra Leone. 

Ed è sotto la sua presidenza che, nel 1994, la società fallisce e scompare, ripartendo addirittura dall'Eccellenza con il nome di Associazione Calcio Viareggio. Le zebre, tuttavia, sono indomabili: vincono nettamente il campionato, salgono di categoria e, due anni dopo, ritrovano la serie C2. Con il nuovo millennio arriva una nuova dirigenza, la ESE - European School of Economics - di Vincenzo Lombino, meglio noto come Marvin Tracy: si culla il sogno della C1, ma dopo il drammatico spareggio contro il Russi giungono due retrocessioni consecutive e, soprattutto, un altro fallimento. 

Nell'estate 2003 l'amministrazione comunale ed un gruppo di imprenditori locali riescono a far ripartire le zebre dall'Eccellenza, con il nome dell'Esperia, la prima società calcistica sorta in città: dopo due anni di assestamento, la squadra vince in un colpo solo campionato, Coppa Toscana e Coppa Italia allo stadio Flaminio di Roma. 

E l'anno successivo - stagione 2006/07 - la scalata alla C2 si conclude trionfalmente. Ancora una salvezza strappata ai play-out, poi arriva l'attesissimo salto in C1, ora denominata Prima Divisione di Lega Pro: sconfitta ai play-off contro il Prato, l'Esperia viene successivamente ripescata nell'ennesima estate italiana caratterizzata dai fallimenti di numerose società calcistiche. Una nuova, sofferta salvezza agli spareggi, stavolta con la Paganese chiude una stagione difficile ma comunque soddisfacente: per il secondo anno consecutivo, l'Esperia partecipa al terzo campionato nazionale.


Diversamente dalle zebre, ha già varcato l'invidiabile soglia dei cento anni la Lucchese: è infatti il 1905 l'anno di fondazione del Lucca Football Club, prima squadra di calcio cittadina. I padri fondatori sono Ernesto Matteucci Vittorio Menesini, di ritorno dal Brasile, che introducono
 nella loro città natale il gioco del calcio: è Mario Battaglini il primo, storico capitano rossonero (i colori sociali sono un omaggio al Milan).

Anche per le pantere - nome derivato dall'animale che compare nello stemma cittadino - gli anni Venti sono forieri di grandi soddisfazioni: la decade si apre subito con la conquista della Coppa Regionale del comitato toscano, seguita dalla convocazione in nazionale dell'oriundo scozzese Giovanni Moscardini e di Ernesto Bonino, miglior marcatore lucchese nei derby con il Viareggio (sette reti). Nel 1924, poi, ecco la fusione tra Lucca FC - nel frattempo ribattezzato Lucchese - e Libertas che dà vita alla Unione Sportiva Lucchese Libertas, capace poi di centrare una storica promozione in Serie B sei anni dopo. 

Passano altri sei anni e per i rossoneri si aprono, addirittura, le porte dell'empireo del calcio italiano, la Serie A: le pantere difendono con gli artigli la permanenza nel massimo campionato ma, dopo tre stagioni, si inchinano e fanno ritorno nel campionato cadetto. Dopo la parentesi bellica, la Lucchese centra il doppio salto di categoria e, al termine della stagione 1946-47, si ritrova nel campionato nazionale più prestigioso, rimanendoci questa volta per cinque anni: lo stadio di Porta Elisa brulica di tifosi ad ogni incontro casalingo, in città arrivano il Grande Torino poi spazzato via dalla strage di Superga, la Juventus di Boniperti, il Milan del temibile trio Gre-No-Li. Vestono, invece, il rossonero due giocatori destinati a divenire allenatori di grande successo, Tommaso Maestrelli e Ferruccio Valcareggi.

Nel 1952, però, si spezza il grande sogno della Lucchese: si va al doppio spareggio con la Triestina, che rimane nel paradiso del calcio italiano a discapito delle pantere. L'addio al massimo campionato dà inizio a due annate disastrose per i colori rossoneri, giacché coincidono con altrettante retrocessioni: nel 1954 la Lucchese scivola, addirittura, in Quarta Serie. Inizia la dura risalita, con una breve toccata e fuga in Serie B al principio degli anni Sessanta, ma la squadra sprofonda ancora e si ritrova in Serie D. 

L'ultima promozione risale al campionato 1969-70: a partire da questo momento, per venti anni esatti - durante i quali arriva la definitiva denominazione di Associazione Sportiva Lucchese Libertas, nel 1983-84 -i rossoneri navigano nella terza serie del calcio italiano. Fino al 1990: Corrado Orrico è l'artefice dell'agognata riconquista del campionato cadetto, condita dal trionfo nella Coppa Italia di Serie C ai danni del Palermo. Nell'ultima decade del ventesimo secolo la Lucchese dimostra di meritare la categoria e, nel 1996, sfiora addirittura la massima serie: inizia, da lì, una parabola discendente che culmina tre anni dopo con la retrocessione. 

Tornati nella Serie C, i rossoneri in due occasioni potrebbero riprendere l'ascensore attraverso i play-off, ma Triestina e Lumezzane li lasciano a piedi: la scalata al campionato cadetto si fa molto più faticosa. Nel 2005, però, arriva una ventata di novità: dopo sedici anni di onorato servizio Aldo Grassi lascia la presidenza rossonera ed al suo posto arriva l'italosiriano Fouzi Hadji. Che prova a riportare i tifosi al Porta Elisa, proponendo abbonamenti e biglietti a prezzi stracciati, e promette di far grande la Lucchese. 

Ma è l'ennesimo millantatore che causerà solo guai: nell'estate 2008 la Lucchese ed i suoi centotré anni di storia spariscono, la società viene esclusa dai campionati professionistici ed è destinata al fallimento. Si tenta un'estrema ripartenza dalla Terza Categoria, ma non c'è nulla da fare. 

Come era accaduto a Viareggio cinque anni prima, interviene la giunta comunale che fonda la Sporting Lucchese, iscritta alla Serie D per pregressi meriti sportivi: Giuliano Giuliani è il nuovo presidente e l'imprenditore edile si guadagna subito l'affetto dei tifosi regalando non solo l'immediata promozione in Seconda Divisione ma, soprattutto, riacquistando il titolo sportivo della vecchia A.S. Lucchese Libertas. Altro anno, altra promozione: in un sol colpo i rossoneri ritrovano l'ex Serie C1 ed il derby contro il Viareggio. 

Questi, infine, i pezzi pubblicati su www.sportversilia.it:

Il bilancio dei precedenti tra Viareggio e Lucchese
Il derby del 2 maggio 1920
Lo spareggio di Livorno del campionato 1932-33
I precedenti di campionato
Chi ha vissuto il derby con le due maglie
Viareggini nella Lucchese

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