Secondo appuntamento con le "Cinque poesie sul gioco del calcio" scritte da Umberto Saba: oggi vi propongo "Tre momenti".
Come recita il titolo, qui il poeta triestino racconta un trittico di precise, e facilmente riconoscibili, situazioni che si presentano all'interno di una partita di calcio: l'ingresso in campo dei giocatori; la strana condizione del portiere, che può rilassarsi quando i compagni giostrano in attacco ma deve stare all'erta non appena gli avversari si avvicinano alla sua area; la gioia, tanto effimera quanto intensa, dei tifosi in festa per una rete segnata o per la vittoria della squadra del cuore.
Particolarmente dense di significato sono le ultime due righe: mi pare di ricordare che poco tempo fa i tifosi della Triestina le scrissero su un lungo striscione fatto srotolare sugli spalti dello stadio "Nereo Rocco". Un doveroso omaggio a colui che, probabilmente, è stato il più famoso tra i sostenitori dell'undici alabardato.
TRE MOMENTI
Di corsa usciti a mezzo il campo, date
prima il saluto alle tribune. Poi,
quello che nasce poi
che all'altra parte vi volgete, a quella
che più nera s'accalca, non è cosa
da dirsi, non è cosa ch'abbia un nome.
Il portiere su e giù cammina come
sentinella. Il pericolo
lontano è ancora.
Ma se in un nembo s'avvicina, oh allora
una giovane fiera si accovaccia,
e all'erta spia.
Festa è nell'aria, festa in ogni via,
se per poco, che importa?
Nessun'offesa varcava la porta,
s'incrociavano grida ch'eran razzi.
s'incrociavano grida ch'eran razzi.
La vostra gloria, undici ragazzi,
come un fiume d'amore orna Trieste.
(da "Il canzoniere" - vol. III, "Parole" 1933-34)
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