Chissà, forse direte che sono un sognatore, tanto per citare John Lennon. Però non credo di essere l'unico, sempre per citare John Lennon. Sono fortemente convinto del fatto che lo sport possa contribuire ad abbattere certe barriere (culturali, ideologiche, linguistiche, religiose) tra le nazioni, specialmente laddove non scorre buon sangue tra loro.
D'altro canto, però, non sono mancati episodi che sembrerebbero avvalorare la tesi opposta, e cioè che lo sport sia motivo di contrasto, di ostilità, anziché di unione. Tra i sostenitori di questa tesi c'è anche un nome illustre: George Orwell, autore di romanzi che hanno fatto la storia della letteratura come "La fattoria degli animali" e "1984". Lo scrittore inglese, in particolare, osservava come lo sport moderno fosse uno dei tanti prodotti delle cause che avevano portato alla nascita del nazionalismo: in sostanza, sostenne Orwell, molte manifestazioni sportive scatenano la violenza tra gruppi opposti, come ad esempio le tifoserie.
Tutte queste considerazioni appaiono in un saggio intitolato "The Sporting Spirit", pubblicato il 14 dicembre 1945 su Tribune, settimanale inglese di orientamento socialdemocratico. Per quanto io ami Orwell e i suoi due capolavori sopraccitati, non sono così pessimista come lui. Forse nelle sue parole riecheggia l'asprezza degli anni del nazionalismo, dei nazionalismi, che hanno prodotto una serie di dittature oramai tristemente note a tutti. O forse ha fatto l'ennesima profezia...
D'altro canto, però, non sono mancati episodi che sembrerebbero avvalorare la tesi opposta, e cioè che lo sport sia motivo di contrasto, di ostilità, anziché di unione. Tra i sostenitori di questa tesi c'è anche un nome illustre: George Orwell, autore di romanzi che hanno fatto la storia della letteratura come "La fattoria degli animali" e "1984". Lo scrittore inglese, in particolare, osservava come lo sport moderno fosse uno dei tanti prodotti delle cause che avevano portato alla nascita del nazionalismo: in sostanza, sostenne Orwell, molte manifestazioni sportive scatenano la violenza tra gruppi opposti, come ad esempio le tifoserie.
Tutte queste considerazioni appaiono in un saggio intitolato "The Sporting Spirit", pubblicato il 14 dicembre 1945 su Tribune, settimanale inglese di orientamento socialdemocratico. Per quanto io ami Orwell e i suoi due capolavori sopraccitati, non sono così pessimista come lui. Forse nelle sue parole riecheggia l'asprezza degli anni del nazionalismo, dei nazionalismi, che hanno prodotto una serie di dittature oramai tristemente note a tutti. O forse ha fatto l'ennesima profezia...