La squadra di pallacanestro di maschile di Viareggio promossa in Serie A. Pronta a sfidare le grandi firme del basket - l’Olimpia Milano, Varese, la Reyer Venezia, la Virtus Bologna. No, non è un pesce d’Aprile, anche se la data odierna può legittimamente indurre a pensarlo: accadeva settant’anni fa precisi precisi, più o meno di questi tempi, nella primavera del 1950. Un’avventura esaltante, che consegnò l’Assi – questo il nome del quintetto – alla storia cittadina: nessuna squadra era mai arrivata così in alto se si eccettua la partecipazione del Viareggio alle eliminatorie del Torneo centro-meridionale, uno dei due raggruppamenti che nella stagione 1920-21 formavano la Prima Divisione, il massimo campionato dell’epoca.
Il basket era sbarcato in riva al Tirreno quando sulla Seconda guerra mondiale stavano per scorrere i titoli di coda: furono i soldati afroamericani della 92a divisione Buffalo a far conoscere ai viareggini la palla a spicchi, montando un paio di rudimentali canestri nella pineta di Ponente. Nell’estate del 1946 qui, nel campo 1 del circolo del tennis, viene assegnato addirittura lo scudetto: in città arrivano Virtus Bologna, Reyer Venezia e Libertas Roma per disputare un gironcino a tre. Un giorno un gruppo di ragazzini, ammaliati da gesti atletici mai visti prima, decidono di prendere in prestito – mettiamola così – cesti e palloni dagli americani. Si chiamano Alessandro e Francesco Luporini e Gigi Pieraccini: il primo scriverà testi e musiche per il teatro-canzone con un certo Giorgio Gaber, gli altri due diventeranno apprezzati cestisti. E, soprattutto, protagonisti di una stagione memorabile sul finire degli anni Quaranta.
Siamo nell’autunno del 1949 e l’Assi Viareggio partecipa, da ripescata, al campionato cadetto di pallacanestro: l’anno prima si è fermata al concentramento interregionale delle semifinali della Serie C, ma alcune squadre non si iscrivono alla seconda serie. E così tocca ai viareggini rimpiazzare una delle rinunciatarie. Un segno premonitore del destino? Il tempo, da buon galantuomo, avrebbe dato la sua risposta. Già il 23 ottobre, quando il quintetto ospita il Circolo Ricreativo Dipendenti Marina, fortemente legato alla Marina Militare e tuttora presente con il nome di La Spezia Centro tra le borgate del Palio marinario: l’Assi debutta in Serie B con una vittoria per 36-32. Sono gli anni dei sopraccitati fratelli Cecco e Sandro Luporini e di Egidio “Gigi” Pieraccini, ma anche dei vari Celeste Soppelsa detto "il Pasugia", di Franco Fiorani, di Lazzaro Lucarini "il fachiro", di Gatti, Gianni, Parodi e Pellegrini.
Che potrebbe essere un’annata storica lo si intuisce sette giorni dopo, quando l’Assi fa visita all’Unione Sportiva Livorno, sulla carta nettamente favorito grazie (anche) alla presenza di due futuri grandi allenatori come Otello Formigli e Silvio Gatto. Finisce, invece, con i viareggini che trionfano con un perentorio 48-26 che spiazza il cronista de Il Telegrafo: chiama gli ospiti “assini”, lodandone “estro individuale, preparazione tecnica, volontà”, e sembra scherzare col correttore di bozze intimandogli di lasciare la doppia ‘s’…
I biancorossi incappano nella prima sconfitta alla terza giornata contro la rediviva sezione cestistica della Lazio che annovera Franco e Silvio Fischer, che in guerra avevano perso il fratello Vincenzo. Ma è una caduta isolata: l’Assi chiude in testa il girone d’andata dopo la vittoria sull’Ardita Juventus Genova e il pareggio, un esito che nel basket di oggi sarebbe impensabile, con l’Onda Necchi Pavia.
A dicembre il campionato riparte con il girone di ritorno. E inizia male per la squadra capitanata da Parodi: la sconfitta di La Spezia fa scivolare al secondo posto i viareggini. Che nel giro di una settimana rimettono tutto a posto superando 28-22 il Livorno e scavalcando l’Onda Necchi battuta dall’Ardita. Da quel momento in poi l’Assi non cederà più il primato: vince le ultime tre partite e il 22 gennaio festeggia una storica, inaspettata promozione nella massima serie. Lì, accanto agli squadroni delle grandi città.
Ed è da neopromossi che i viareggini partecipano a febbraio alla terza edizione della Coppa Carnevale, il torneo inventato nel dopoguerra dall’avvocato Oberdan Bertuccelli e dal cognato Giacomo “Mino” Parodi che gestisce i cinema Eden ed Eolo. In quell’occasione si rivedono Mario Alesini, cestista di Varese, e il viareggino Giorgio Fazzini, attuale presidente della Fondazione Tiamo: erano stati compagni di scuola durante la guerra, con la famiglia Fazzini rifugiatasi al Nord durante la guerra.
L’Assi è promosso, sì. Rimane solo da assegnare il titolo di campione della Serie B fra le vincitrici dei tre gironcini: si parte il 19 febbraio, si finisce il 26 marzo. I viareggini vinceranno una sola partita, quella contro la Stamura Ancona che inaugura questa sorta di playoff. Poco male: è solo una questione di forma, si fa baldoria anche dopo la sconfitta di misura (31-30) contro la Robur Ravenna. Poi arriverà la Serie A, con l’esordio assoluto celebrato battendo nientemeno che la Virtus Bologna. Ma questa – per citare Michael Ende – è un’altra storia e si racconterà un’altra volta.
Fonti:
WikiLazio
Corriere dello Sport
Gazzetta dello Sport
Il Telegrafo
Ringraziamenti:
Pierfrancesco Giunti
WikiLazio
Corriere dello Sport
Gazzetta dello Sport
Il Telegrafo
Ringraziamenti:
Pierfrancesco Giunti
Eravamo agli albori della Pallacanestro e Viareggio non si fece trovare impreparata a ricoprire allora un posto in prima fila con le piu' grandi squadre nascenti italiane. Ricordiamo il fantastici ed emozionanti derby contro il Cama Livorno di Posar e Gatti e la Borletti Milano di Stefanini.
RispondiEliminae/c Gatti- Gatto !
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