"Fanciulli allo stadio" è il quarto capitolo delle "Cinque poesie sul gioco del calcio" che il poeta triestino Umberto Saba ha dedicato allo sport più amato dagli italiani.
Il componimento gioca su un contrasto: da una parte vi sono i calciatori che Saba guarda con disprezzo ("i superbi") poiché non si curano minimamente della presenza di alcuni fanciulli (gli "acerbi") che danno, appunto, il titolo alla poesia; dall'altra vi sono i fanciulli stessi, che rievocano a Saba gli anni dell'infanzia (i "miei giorni imberbi").
FANCIULLI ALLO STADIO
Galletto
è alla voce il fanciullo; estrosi amoricon quella, e crucci, acutamente incide.
Ai confini del campo una bandiera
sventola solitaria su un muretto.
Su quello alzati, nei riposi, a gara
cari nomi lanciavano i fanciulli,
ad uno ad uno, come frecce. Vive
in me l'immagine lieta; a un ricordo
si sposa - a sera - dei miei giorni imberbi.
Odiosi di tanto eran superbi
passavano là sotto i calciatori.
Tutto vedevano, e non quegli acerbi.
(da "Il canzoniere" - vol. III, "Parole" 1933-34)
Mi hanno lasciato 3 commenti da fare di saba, ditemi voi se è normale
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