Probabilmente Nicolas Sarkozy ha avuto - ed avrà - ben altri scioperi di cui preoccuparsi, come quelli generali seguiti alla contestata riforma delle pensioni.
Eppure anche nel mondo dello sport transalpino c’è chi ha deciso di incrociare le braccia, come i giocatori dei campionati maschili e femminili di pallanuoto, fermi da oltre un mese.
E, soprattutto, senza uno spiraglio che faccia pensare ad un’immediata ripresa.
Tutto nasce da una serie di agitazioni interne al collegio arbitrale della FFN, la Federnuoto francese: da oltre un anno e mezzo i direttori di gara lamentano una serie di problematiche ed alla prima pagina dei loro cahiers de doléances figurano la drastica riduzione degli stipendi e dei rimborsi spesa (60 euro per pernottamento, trasporti e pasti).
La FFN prova a risolvere la situazione istituendo una sorta di sotto-commissione degli arbitri, presieduta da una figura di tutto rispetto come Patrick Clémençon. Ma il caos non si placa: alcuni direttori di gara non si presentano agli incontri. Il regolamento prevede che le squadre provvedano a reperire i sostituti, da pescare però dalle categorie inferiori. E allora ecco che le società non ci stanno e decidono di scioperare.
La FFN prova a risolvere la situazione istituendo una sorta di sotto-commissione degli arbitri, presieduta da una figura di tutto rispetto come Patrick Clémençon. Ma il caos non si placa: alcuni direttori di gara non si presentano agli incontri. Il regolamento prevede che le squadre provvedano a reperire i sostituti, da pescare però dalle categorie inferiori. E allora ecco che le società non ci stanno e decidono di scioperare.
Mai successo qualcosa di simile in uno sport che in Francia vanta una tradizione di lunghi anni. Anzi: qui la pallanuoto si pratica da oltre un secolo ed i transalpini, almeno agli albori dei Giochi Olimpici, erano una delle nazionali più agguerrite.
E così tutti i campionati nazionali sono fermi da esattamente un mese: è, infatti, a partire dallo scorso 22 gennaio che le società hanno scelto la linea dura. "In diverse occasioni – prosegue Crouisillat – l’ACWF ha chiesto al presidente della Federazione di organizzare una riunione d’emergenza per trovare una soluzione a questo conflitto che ha paralizzato l’intera disciplina.
"I nostri tre delegati, che rappresentano la voce di oltre l’80% della pallanuoto francese (11 000 affiliati), non hanno purtroppo ricevuto alcuna risposta positiva finora. La famiglia della pallanuoto sente poco il sostegno di una Federazione di cui ha fatto parte fin da subito e che ha ottenuto la sua prima medaglia d’oro olimpica nel 1924 a Parigi.
"Sabato 5 febbraio 2011 la Federazione non è stata in grado, per la seconda volta consecutiva, di garantire la presenza di quasi tutti gli arbitri per le partite. In queste condizioni, e per evitare il rischio di incidenti, i presidenti delle societ hanno preferito interrompere le gare". Insomma, senza arbitri all’altezza della situazione, non si gioca.
"I nostri tre delegati, che rappresentano la voce di oltre l’80% della pallanuoto francese (11 000 affiliati), non hanno purtroppo ricevuto alcuna risposta positiva finora. La famiglia della pallanuoto sente poco il sostegno di una Federazione di cui ha fatto parte fin da subito e che ha ottenuto la sua prima medaglia d’oro olimpica nel 1924 a Parigi.
"Sabato 5 febbraio 2011 la Federazione non è stata in grado, per la seconda volta consecutiva, di garantire la presenza di quasi tutti gli arbitri per le partite. In queste condizioni, e per evitare il rischio di incidenti, i presidenti delle societ hanno preferito interrompere le gare". Insomma, senza arbitri all’altezza della situazione, non si gioca.
Una possibile svolta potrebbe arrivare sabato, quando il presidente federale Francis Luyce incontrerà i presidenti dei club per trovare una via di uscita. E, intanto, sono stati coinvolti nella diatriba anche il Ministero dello Sport ed il Comitato Nazionale Olimpico francese.
La speranza è che, una volta tanto, le sempre evocate tavole rotonde portino ad un risultato concreto. In caso contrario, l’ipotesi del ricorso alle vie legali è tutt’altro che remota. Con il rischio che, ancor prima che un vincitore della causa, ci sia un perdente già stabilito: la pallanuoto.
La speranza è che, una volta tanto, le sempre evocate tavole rotonde portino ad un risultato concreto. In caso contrario, l’ipotesi del ricorso alle vie legali è tutt’altro che remota. Con il rischio che, ancor prima che un vincitore della causa, ci sia un perdente già stabilito: la pallanuoto.
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