martedì 7 giugno 2011

Big in Japan - 9


Photo: nippon-gambare.com
In principio fu Gary. E poi vennero, mano a mano, tutti gli altri. Quando, nel 1992, Gary Lineker decide di tentare l'avventura in Estremo Oriente, per tutto il Giappone è un evento storico: è lui il primo straniero della J.League, il neonato campionato professionistico.

L'attaccante di Sua Maestà, celebre per non aver mai ricevuto un cartellino che fosse uno in tutta la sua carriera, è indubbiamente il vero colpo di mercato del Nagoya Grampus Eight che lo ha ingaggiato a suon di yen.

Ma non è l'unico grande nome transitato dalla J.League. Anzi: Lineker può ritenersi in buona compagnia.

Poco dopo il suo arrivo al Nagoya, infatti, il Kashima Antlers si assicura un'altra grande icona calcistica degli anni Ottanta: Zico. Al fantasista brasiliano, che segna uno spettacolare gol di tacco in acrobazia in un match della Coppa dell'Imperatore e allenerà poi la nazionale nipponica dal 2002 al 2006, è stata dedicata, addirittura, una statua fuori dello stadio degli Antlers.

Ma l'ex fantasista dell'Udinese è solo il primo di una lunga serie di brasiliani che finiranno a giocare in
Giappone. E si tratta, in molti casi, di nomi altisonanti: arrivano via via campioni del mondo quali Bebeto (Kashima Antlers), il futuro ct della nazionale Dunga (Júbilo Iwata), l'attuale tecnico interista Leonardo (Kashima Antlers) e Gilmar Rinaldi (Cerezo Ōsaka), terzo portiere nel 1994 e oggi procuratore di Adriano.

Si segnalano infine un giovane Márcio Amoroso, che partecipa al rinomato Torneo di Viareggio in forza al Verdy, il fratello di Ronaldinho Roberto Assis, Edmundo ed un Careca ormai ben avviato sul viale del tramonto.

Dall'Argentina sbarcano Ramón Diaz e Hugo Maradona, fratello di Diego.

Gli europei? In J. League giungono da ogni angolo del Vecchio Continente, dall'ex URSS Alejnikov
Photo: images.mitrasites.com
e Protasov alla Germania unificata Buchwald e Littbarski.

Ci sono vecchie conoscenze del calcio italiano, tra oggetti misteriosi - Tomislav Erceg, ex attaccante di Ancona e Perugia, e l'eterno infortunato Paulo Futre, passato da Reggiana e Milan - e campioni indiscussi come Michael Laudrup e Stoičkov.

Soprattutto, non mancano gli italiani: se più o meno tutti ricordano l'avventura nel Sol Levante di Daniele Massaro nello Shimizu SPulse e di Totò Schillaci nel Júbilo Iwata, meno noto nel nostro paese è il nome di Giuseppe Zappella, cresciuto nelle giovanili del Milan prima di trasferirsi agli Urawa Red Diamonds.

Di rilievo pure gli allenatori stranieri che vantano un'esperienza in J. League: lo stesso Zico allena i Kashima Antlers dopo il ritiro dal calcio giocato. Arsène Wenger, prima di iniziare il suo lungo corso all'Arsenal, guida il Nagoya Grampus.

Anche tra i tecnici spopolano i brasiliani, vedi Toninho Cerezo (Antlers), Émerson Leão (SPulse)
e Luiz Felipe Scolari (Júbilo).

Impossibile, infine, non menzionare il serbo Dragan Stojković, ieri giocatore ed oggi tecnico del
Nagoya, il portoghese Carlos Queiroz (anche lui al Nagoya) e l'argentino Osvaldo Ardiles, alla guida di SPulse, Yokohama Marinos e Tōkyō Verdy.

Nessun commento:

Posta un commento