domenica 11 febbraio 2018

Sport e Carnevale di Viareggio: il ciclismo



È stata ribattezzata la “città delle occasioni perse”, Viareggio, e non c'è da stupirsi del poco invidiabile appellativo: specialmente nello sport s’è perso il conto degli eventi nati in riva al Tirreno che hanno via via alzato bandiera bianca. Eppure una competizione ormai defunta è ritornata in vita: in concomitanza con il secondo corso mascherato Burlamacco ha riabbracciato il Trofeo Ondina, gara per gli amanti della bicicletta che tra gli anni Ottanta e Novanta arrivò a totalizzare quasi venti edizioni. Merito dell’Acsi, che ha affiancato alle classiche categorie amatoriali le specialità paralimpiche e la nuova disciplina a scatto fisso.

Pedale e Carnevale
Quello tra le due C (Carnevale e ciclismo) è un binomio che risale a oltre un secolo fa: basti pensare che negli anni a cavallo della Grande Guerra una società attiva nel mondo delle due ruote, la Rapidus, collaborava all’allestimento dei corsi mascherati. E, come si evince dalla rivista ufficiale, nel calendario delle manifestazioni collaterali del 1924 venne inserita la Coppa degli Appennini che aveva a Viareggio il suo traguardo.

La bicicletta, soprattutto, fu il soggetto dei primissimi carri dedicati all’epica dell’attività agonistica: sia “La corsa al premio” del 1926, una buffa sfida tra un cavaliere e un ciclista, sia “Carnevale sport” del 1933, ispirato da una vittoria nel calcio degli azzurri di Vittorio Pozzo sull’Austria, sbaragliarono la rispettiva concorrenza. Dietro entrambi i successi c’era la mano creativa di Antonio “Tono” D’Arliano, uno dei costruttori più in voga nel periodo tra le due guerre.

Quanti campioni
Nulla è però minimamente paragonabile alla corsa che chiude ufficialmente il Carnevale del 1940, il primo circuito degli assi. “Non si tratta di abuso di…titolo, chè i campioni ci saranno veramente e tutti indistintamente”, assicura Il Littoriale, nome assunto dal Corriere dello Sport durante il fascismo.

E in effetti sui viali a mare, nello stesso circuito delle sfilate tra piazza Principe Amedeo (oggi piazza Mazzini) e via Roma, sfrecciano i più forti ciclisti su strada dell’epoca. La folla “che costituiva una ininterrotta siepe acclamante” segue con entusiasmo la gara a inseguimento individuale, vinta dal “morino” Olimpio Bizzi su Gino Bartali, e il vero e proprio circuito su un percorso di 72 chilometri: a tagliare per primo il traguardo è Aldo Bini. “Una magnifica giornata di sport, la più bella vissuta fino ad oggi a Viareggio – chiosa Il Littoriale – e che sarà ripetuta a ogni Carnevale”. Ma poi scoppia la guerra e non se ne farà più di nulla.

La rinascita
Terminata la lunga interruzione bellica, la città torna a farsi travolgere dalla magia dei carri e con gli anni Cinquanta spopolano le manifestazioni sportive, dal torneo internazionale di calcio giovanile alla Coppa Carnevale di pallacanestro, dagli incontri di pugilato alle regate di barche a vela.

Il ciclismo fa sussultare gli sportivi, tanto che nel 1952 ritorna ad essere argomento di un carro di prima categoria: è “Arriva il giro” di Silvano Avanzini e Francesco Francesconi, con i grandi rivali Coppi e Bartali in sella a due tricicli insidiati da Fiorenzo Magni. Per tutto il decennio si alternano alcune corse ciclistiche per dilettanti come la Coppa Carnevale dilettanti (quattro edizioni fra il 1953 e il 1956) e la Coppa Burlamacco organizzata dalla società Aurora.

Tris d’assi
A distanza di quasi un quarto di secolo dalla prima, e unica, volta è comunque il circuito degli assi a richiamare i nomi di grido e a far finire nuovamente Viareggio sui giornali nazionali.

Si arriva al 1974, l’anno dell’austerity che mette inizialmente a repentaglio il Carnevale: il primo corso mascherato è preceduto da un’insolita vigilia nel segno della bicicletta, il Trofeo Burlamacco – o Buffalmacco, come storpiato da La Stampa - che inaugura di fatto la stagione ciclistica.


Sotto una pioggia torrenziale il fiorentino Franco Bitossi, soprannominato “Cuore matto” per l’alta emotività ma anche per la tachicardia di cui soffriva, batte all’ultimo sprint Mingardi e il “cannibale” Eddy Merckx, lasciandosi alle spalle Gimondi, Ocaña e un giovane Francesco Moser. Si replica un anno dopo per volontà dei titolari della squadra Magniflex che desiderano fare di Viareggio la “Coverciano del ciclismo”: a trionfare è Luciano Borgognoni davanti a Marino Basso.

Burlamacco in bicicletta
Il criterium degli assi, però, si esaurisce lì e lascia un vuoto riempito per una ventina d'anni dal Trofeo Ondina.

In tema di ciclismo, poi, guai a dimenticare le maschere in bici alla cerimonia d'apertura del Carnevale 2000 capitanate dalla campionessa del mondo Edita Pučinskaitė, la partenza da Viareggio del Giro della Provincia di Lucca nel giorno di Martedì Grasso del 2004, Paolo Bettini che dà il via alla corsa podistica Puccini Marathon nel 2012 e, un anno dopo, il cavalierato del Carnevale consegnato allo storico ct azzurro Alfredo Martini.

E ora, grazie all'Acsi, il connubio tra Burlamacco e la bici compie un ulteriore passo in avanti.

Fonti:
Corriere della Sera
Corriere dello Sport
Il Tirreno
La Stampa

Renzo Pellegrini, "120 anni del Carnevale", Pezzini (1993)
Andrea Mazzi, Renzo Pieraccini "Diario di Re Carnevale", Ed. del testimone (2002)

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