mercoledì 23 maggio 2018

Calcio e poesia: Günter Grass


Pochi mesi fa, volendo scrivere un pezzo sul rapporto tra il compositore sovietico Dmitrij Šostaković e il calcio, mi sono imbattuto in un interessante articolo che cita varie opere che scrittori, pittori e poeti russi hanno dedicato in quegli anni al pallone. Dopo un po', rimuginandoci, mi si è accesa la lampadina: perché non scriverne qui, sul mio blog?

E così ho deciso di riportare, in italiano e nella rispettiva lingua d'origine, alcune poesie che hanno per tema il calcio e che sono state composte da grandissimi nomi. E oggi voglio partire addirittura da un Nobel per la letteratura: Günter Grass. Dopo tutto, la Germania è o non è campione del mondo in carica?

Il pallone, oltretutto, ha spesso affascinato il grande scrittore tedesco: nella sua raccolta di racconti "Il mio secolo", ad esempio, spiccano il capitolo sulla celebre finale dei Mondiali del 1954 vinta in rimonta dalla Germania Ovest sulla leggendaria Ungheria di Puskás, Hidegkuti, Kocsis e Czibor e quello sull'altrettanto famosa partita fra le due Germanie del 1974 decisa da un gol di Sparwasser.

Tifosissimo del St. Pauli, la squadra di culto dell'omonimo quartiere di Amburgo che da sempre professa i suoi valori antifascisti, Grass ha contestato negli ultimi anni della sua vita la crescente commercializzazione del calcio: "La trovo terribile. Non c'è più sana competizione nella prima e nella seconda divisione della Germania". E per lo scrittore nativo di Danzica c'è un solo responsabile a cui rinfacciare questa deriva: la FIFA. "Il suo comportamento è stato da codardi - dichiara poco prima dei Mondiali giocati in patria nel 2006 - ha assicurato che il calcio non sia più uno sport per la gente, ma semplicemente un grande business".

La poesia che leggete di seguito s'intitola "Nächtliches Stadion", ovvero "Stadio di notte". 

Lentamente ascese il pallone al cielo
Allora si poteva vedere che la tribuna era gremita
Solitario stava il poeta nella porta,
ma l'arbitro fischiò: fuorigioco.

(Langsam ging der Fußball am Himmel auf.
Nun sah man, daß die Tribüne besetzt war.
Einsam stand der Dichter im Tor,
doch der Schiedsrichter pfiff: Abseits.)

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