"Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore.. o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività. Significa dare libero corso alla propria ispirazione"(Bob Marley)
Per chi, come me, è nato negli anni Ottanta e cresciuto nel decennio successivo, tra i ricordi legati ai Mondiali in Francia del 1998 che riaffiorano alla mente c'è sicuramente la storica partecipazione della Giamaica, rimasta finora confinata a quell'edizione.
I Reggae Boyz furono eliminati già al primo turno ma, almeno, conobbero la gioia del primo successo battendo il Giappone. Era la Giamaica delle treccine di Teddy Whithmore, del "Ronaldo dei Caraibi" Deon Burton, del portiere che aveva disegnate foglie di marijuana sulle maniche della maglia.
E siccome domani la nazionale caraibica contenderà al Messico la Gold Cup - chi l'avrebbe mai detto che avrebbero sbattuto fuori gli strafavoriti americani? - oggi celebro il legame tra il calcio e uno dei giamaicani, se non il giamaicano, più celebri e celebrati in tutto il mondo: Bob Marley.