sabato 30 luglio 2016
Pallanuoto e Olimpiadi: Noel Purcell
Cosa accomuna pallanuoto e rugby? Di primo acchito, probabilmente nulla. Eppure qualche analogia c'è: il contatto fisico è inevitabile e incentivato, il gioco maschio pure, c'è un pallone da scagliare in mezzo a due pali. Anzi: la pallanuoto, a cavallo tra Ottocento e Novecento, era una sorta di rugby acquatico. Per Noel Purcell, comunque, piscina o erba faceva poca differenza: era talmente versatile che ha giocato per l'Irlanda in entrambe le discipline.
Nato a Dublino nel 1891, dopo aver concluso gli studi al prestigioso Trinity College si dedica all'attività agonistica tanto da conquistare quattro titoli irlandesi nel nuoto. Poi pratica pure la pallanuoto e diventa un formidabile difensore nel Dublin Swimming Club.
L'eco delle sue gesta attraversa il Mar d'Irlanda: in occasione dei Giochi olimpici di Anversa del 1920, infatti, viene convocato nella nazionale della Gran Bretagna. Come nel calcio, anche nella pallanuoto i britannici sono considerati i maestri: hanno inventato il gioco, ne hanno codificato le prime regole poi adottate in tutto il mondo, hanno dominato i precedenti tornei.
giovedì 28 luglio 2016
Pallanuoto e Olimpiadi: Louis de Breda Handley
Domanda: quanti sono gli atleti italiani che hanno partecipato ai Giochi olimpici di Saint Louis del 1904? Nessuno: l’Italia non mandò nessuno a gareggiare. Anzi no: il Belpaese fu in qualche modo rappresentato alla seconda edizione delle Olimpiadi. Di più: salì sul gradino più alto del podio. Accadde nella pallanuoto, con uno straordinario atleta chiamato Louis de Breda Handley.
Il suo vero nome di battesimo, in realtà, era Luigi. Ed è a Roma che nasce il giorno di San Valentino del 1874 da madre italiana e padre americano, tal Francis Montague Handley che L’Osservatore Romano attesta come scultore personale dei papi Leone XIII e Pio X. Luigi dimostra subito una naturale predisposizione per lo sport: nuotare nelle acque del Tevere è uno dei suoi passatempi preferiti. All'età di 22 anni decide di trasferirsi oltreoceano: arrivato a New York, dove trova lavoro in una ditta di import, aggiunge sul passaporto il cognome del padre e anglicizza il proprio nome in Louis.
mercoledì 27 luglio 2016
Pallanuoto e Olimpiadi: João Havelange
Nel Brasile che
partecipa, senza lasciare granché traccia, al torneo di pallanuoto dei Giochi
olimpici del 1952 a Helsinki c’è un aitante trentaseienne con i capelli chiari
e lo sguardo glaciale. Detta così, parrebbe uno scandinavo piuttosto che un
sudamericano. E in effetti al nome tipicamente brasiliano (João) contrappone un
cognome di origine europea, belga per la precisione: Havelange. Un curioso binomio
che diventerà famoso, soprattutto quando la carriera da atleta sfocerà in
quella dirigenziale.
martedì 26 luglio 2016
1992: l'hockey su pista alle Olimpiadi
Photo Angelo Cupisti |
“Come sarebbe bello vedere l’hockey su pista alle Olimpiadi…”. Già: probabilmente, è l’unico punto su cui convergerebbero anche le tifoserie divise da un’aspra rivalità. Eppure ci fu un momento, un anno – il 1992 – in cui l’hockey seppe conquistarsi la ribalta dei cinque cerchi. Un’esperienza straordinaria, indimenticabile. E soprattutto irripetibile: quell’inserimento nel programma olimpico in qualità di “sport dimostrativo” rimase un episodio isolato a cui l’intero movimento dei pattini a rotelle non seppe dare continuità.
lunedì 4 luglio 2016
Europeiade: il trionfo della Grecia a Euro 2004
“Narrami, o Musa, dei valorosi ellenici le grandi
gesta…”. 4 luglio 2004: gli
americani staranno sicuramente celebrando l’Independence Day, magari accendendo
il barbecue nel giardino di quelle villette che sembrano la riproduzione su
larga scala dello stesso, identico modellino. Io, invece, festeggio la fine
dell’esame di maturità: è il giorno successivo all’orale e, ormai libero da
patemi, posso godermi l’epilogo degli Europei di calcio. Finale inedita e
inattesa, quella di Lisbona: Grecia contro Portogallo.
Che ci crediate o no, non è del tutto fortuito che io, liceale appassionato di pallone, debba diplomarmi nell’anno in cui gli ellenici si sono ripresentati a una principale competizione calcistica. Anzi: la Moira, incarnazione del destino nella mitologica greca, ha voluto che nella seconda prova scritta dovessimo cimentarci con una versione di Platone. E ignoro, in quel momento, di esser giunto alle ultime pagine di un avvincente poema epico alla stregua di Iliade e Odissea.
Che ci crediate o no, non è del tutto fortuito che io, liceale appassionato di pallone, debba diplomarmi nell’anno in cui gli ellenici si sono ripresentati a una principale competizione calcistica. Anzi: la Moira, incarnazione del destino nella mitologica greca, ha voluto che nella seconda prova scritta dovessimo cimentarci con una versione di Platone. E ignoro, in quel momento, di esser giunto alle ultime pagine di un avvincente poema epico alla stregua di Iliade e Odissea.
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