Forse a noi italiani il Mondiale in Russia significherà ben poco, data la mancata qualificazione degli azzurri. E invece trovo stimolante che si giochino delle partite a Mosca, a San Pietroburgo o nell'exclave di Kaliningrad perché sono città che hanno segnato la storia del Novecento. E poi perché reputo la Russia una potenza mondiale in ambito culturale, artistico e musicale.Per il secondo appuntamento con la "rubrica" sul rapporto tra calcio e poesia vi porto proprio nel Paese che ospiterà a breve i Mondiali. E lo faccio attraverso un letterato poco noto in Italia, o quantomeno dalla fama non paragonabile a quella di un Bulgakov, di un Dostoevskij, di un Tolstoj: si tratta di Osip Mandel'štam, "il più grande poeta russo del novecento". E se l'ha sentenziato un premio Nobel per la letteratura come Iosif Brodskij bisognerà pur crederci.


