giovedì 8 ottobre 2020

Quando Viareggio piegò le V nere di Bologna



«Da Viareggio uno squillo di tromba». Se lo ricorda ancora quel titolo di giornale, Sandro Luporini, a distanza di settant'anni. Uno squillo di tromba che, oltre mezzo secolo dopo, s'è leggermene affievolito ma non s'è zittito proprio del tutto. Uno squillo di tromba che si levò, più o meno all'ora di pranzo di domenica 8 ottobre 1950, da un campo sportivo oggi sparito e che annunciò l'imponderabile: la matricola Assi Viareggio, al debutto assoluto nella Serie A di pallacanestro maschile, sconfigge nientemeno che la nobilissima Virtus Bologna. Follia pura. Da non crederci. 

mercoledì 1 aprile 2020

Quando Viareggio arrivò in Serie A di basket



La squadra di pallacanestro di maschile di Viareggio promossa in Serie A. Pronta a sfidare le grandi firme del basket - l’Olimpia Milano, Varese, la Reyer Venezia, la Virtus Bologna. No, non è un pesce d’Aprile, anche se la data odierna può legittimamente indurre a pensarlo: accadeva settant’anni fa precisi precisi, più o meno di questi tempi, nella primavera del 1950. Un’avventura esaltante, che consegnò l’Assi – questo il nome del quintetto – alla storia cittadina: nessuna squadra era mai arrivata così in alto se si eccettua la partecipazione del Viareggio alle eliminatorie del Torneo centro-meridionale, uno dei due raggruppamenti che nella stagione 1920-21 formavano la Prima Divisione, il massimo campionato dell’epoca.

lunedì 20 gennaio 2020

Intervista a Elena Linari



Manca una settimana a Natale. A Madrid è già scesa la sera ma non fa eccessivamente freddo. Sono alle pendici dell’immenso stadio Wanda Metropolitano: è qui che ho appuntamento per intervistare Elena Linari, difensore della Nazionale italiana e dell’Atlético femminile, per conto della rivista Undici. Mentre aspetto che lei abbia terminato il giro di visite negli ospedali in compagnia di Ángela Sosa, Adán e Vitolo, mi viene in mente un passaggio di “Maledetti toscani” di Curzio Malaparte: 


“I toscani han l’abitudine di non salutare mai per primi nessuno, nemmeno in Paradiso. E questo anche Dio lo sa. Vedrai che ti saluterà lui, per primo”.

Già, lei di Fiesole, io di Viareggio: come la mettiamo? La vedo finalmente sbucare e le vado incontro, più per cavalleria che timore che non mi veda: il piazzale è deserto. Ci rifugiamo nel ristorante di fianco allo store, anche se la cucina è ancora chiusa – e sono le otto.