lunedì 1 ottobre 2012

Calcio e nazionalismo visti da Eric Hobsbawm

Foto magazine.liquida.it

Oggi un'altra eminenza grigia del nostro secolo ci ha lasciato. Ci ha lasciato colui che proprio alla parola "secolo" deve buona parte della sua popolarità: parlo di Eric Hobsbawm, lo storico e scrittore britannico morto oggi all'età di 85 anni. È stato autore di opere che oggi costituiscono i pilastri della storiografia, tra cui, appunto, "Il secolo breve".

È stato anche, nel non troppo lontano 1991, vincitore ‘Premio Internazionale Viareggio-Versilia’, riconoscimento assegnato all'interno del Premio Letterario Viareggio Rèpaci “ad una personalità di fama mondiale che abbia speso la vita per la cultura, l’intesa tra i popoli, il progresso sociale, la pace”.

E, in una prefazione all'edizione tedesca di "Nazioni e nazionalismi", ha persino trattato il calcio in relazione al fenomeno della globalizzazione e al tema dell'identità nazionale: proprio con quest'ultimo scritto, pubblicato all'interno del saggio "La fine dello stato" e citato in questo vecchio articolo del Corriere della Sera, intendo ricordare su 'Storie (stra)ordinarie di sport' la figura di Hobsbawm e quel secolo breve che ha avuto il calcio e tante altre discipline come indiscussi protagonisti.