La storia ha poi scombussolato i piani dell'imprenditore-filantropo: pochi mesi prima è caduto il muro a Berlino. Pare che i Goodwill Games non abbiano più ragion di esistere.
Venuti meno le motivazioni a partecipare e l'obbligo di obbedire agli ordini dei rispettivi governi, sono gli atleti stessi dell'Est europeo a declinare personalmente l'invito di Turner. Tuttavia, i Goodwill Games resistono e continuano ad essere una manifestazione sportiva di grande rilievo: vengono trasmessi in 81 paesi, oltre 1.100 giornalisti sono inviati a Seattle.
E poi Turner può contare sulla presenza di sportivi cubani, che due anni prima hanno disertato i Giochi di Seul.
Iniziano le gare e gli atleti non deludono le attese degli spettatori: singolare quanto accade nella finale maschile dei 200 rana, dove tutti e tre gli atleti medagliati - il vincitore è l'americano Mike Barrowman - infrangono il record del mondo.
Grande sorpresa nella ginnastica, dove la sovietica Natalja Kalinina batte a sorpresa la favorita S'vjatlana Bahinskaja, mentre nella competizione dei tuffi desta scalpore l'oro di una giovanissima cinese, di appena 11 anni: il suo nome è Fu Mingxia e quello di Seattle è il primo di una lunga serie di trionfi iridati.
I Goodwill Games, poi, si scoprono anche un ottimo banco di prova in vista dei prossimi campionati mondiali di alcune discipline: Cuba nel baseball - dove esordiscono per la prima volta i sovietici -, la Jugoslavia nel basket maschile e l'Italia nella pallavolo maschile trionfano in terra americana pochi mesi prima di laurearsi campioni mondiali.
La storia gioca nuovamente un brutto scherzo a Turner e ai suoi giochi: a Seattle viene deciso il nome della città che ospiterà la terza edizione (1994) e la scelta ricade su Leningrado.
Qualche mese dopo, a Mosca si verifica un tentativo di colpo di stato con l'intento di rovesciare il presidente Michail Gorbačëv, prossimo alla firma del nuovo patto federativo dell'Urss: il popolo, però, scende in piazza contro gli insorti, le forze dell'ordine non attaccano i dimostranti e l'opinione pubblica si schiera al fianco di Boris El'cin, presidente della Repubblica russa che guida la resistenza dall'edificio del parlamento.
Il colpo di stato fallisce miseramente e avrà una conseguenza decisamente inattesa: il crollo dell'Urss.
I Goodwill Games di Leningrado, nel frattempo ribattezzata San Pietroburgo, diventano così il primo, grande evento sportivo internazionale organizzato dalla neonata Russia: le istituzioni sono cambiate, gli impianti rinnovati, le telecomunicazioni e le infrastrutture modernizzate.
Grazie anche ad una politica economica orientata verso una spregiudicata liberalizzazione, la Russia diventa agli occhi di molti businessmen una terra di nuove opportunità: una trentina di sponsor internazionali fiuta l'affare e decide di investire laddove fino a pochi anni prima imperava la statalizzazione.
In programma pochi giorni dopo la conclusione dei Mondiali di calcio negli Usa, i giochi russi riescono ad attirare circa 2.000 atleti da 74 paesi: la copertina spetta agli statunitensi Joyner-Kersee e Melvin Stewart, primi sportivi a vincere tre ori consecutivi ai Goodwill Games (la prima nell'heptathlon, il secondo nei 200 farfalla), e per il ginnasta russo Aleksej Nemov che, con quattro ori, un argento e un bronzo diventa l'atleta ad aver vinto il maggior numero di medaglie nella storia della manifestazione.
E mentre beach volley e triathlon fanno il loro esordio ai giochi di Turner solleticando la curiosità degli spettatori, il pubblico di San Pietroburgo va letteralmente in visibilio per i trionfi di alcuni suoi concittadini: è il caso dei pattinatori sul ghiaccio Aleksej Urmanov, Natalja Miškutёnok e Artur Dmitriev, già protagonisti alle Olimpiadi invernali.
Ma ad attirare l'attenzione delle televisioni - negli USA le immagini vengono trasmesse, per la prima volta, da ABC e TBS che hanno stipulato un accordo - è la finale dei 100 metri nell'atletica leggera: lo statunitense Dennis Mitchell si aggiudica una gara che vede ai nastri di partenza il primatista mondiale Leroy Burrell, l'olimpionico Carl Lewis, Andre Cason e Jon Drummond.
La cerimonia di chiusura segna l'ideale passaggio di testimone tra due città: sugli spalti dello stadio Kirov è infatti presente Mario Cuomo, governatore dello stato di New York, che riceve tra le mani lo scettro dei Goodwill Games.
Quattro anni dopo (1998) i giochi approdano esattamente nella Grande Mela: con l'edizione newyorkese cambiano i fini della creatura di Ted Turner, adesso che la Guerra Fredda è divenuta materiale per gli studiosi di storia i suoi giochi raccoglieranno fondi per l'Unicef.
La quarta edizione è sicuramente quella più austera: a fronte di una spesa da 200 milioni di dollari non si può far altro che decurtare il numero delle discipline (da 23 a 15) e di atleti (da 2.500 a 1.500 unità). Turner, tuttavia, ha saputo fare in modo che la qualità sia superiore alla quantità: all'ombra dell'Empire State Building è presente tutta l'elite dello sport internazionale, specie nell'atletica leggera e nel nuoto.
Sono soprattutto le donne i personaggi di copertina: Michelle Kwan si conferma nuovamente la regina del pattinaggio sul ghiaccio, mentre Jackie Joyner-Kersee entra nella storia vincendo il suo quarto oro consecutivo ai Goodwill Games e la connazionale Marion Jones trionfa nei 100 e 200 metri ritoccando i rispettivi primati mondiali, anche se è la ginnasta russa Alina Kabayeva l'atleta che mette al collo il maggior numero di medaglie.
Gli Stati Uniti, galvanizzati dal tifo dei newyorkesi, salgono sulla vetta del podio anche nella pallacanestro maschile (primo oro in una competizione internazionale senza un "Dream team" di cestisti professionisti) e nella staffetta 4 x 400 maschile che fa pure cadere il record mondiale, trascinata dall'oro olimpico Michael Johnson.
Singolare quanto accade, invece, nel nuoto sincronizzato: caso unico nella storia del più spettacolare degli sport acquatici, tra i partecipanti vi è un atleta maschile, l'americano Bill May. L'Italia chiude la spedizione oltre oceano con due medaglie: l'oro di Massimiliano Rosolino - che gareggia sotto la bandiera di un'improbabile World All-Star Team - nei 400 stile libero, il bronzo del Settebello nel torneo della pallanuoto maschile, vinto dalla Russia sulla Spagna.
Il nuovo secolo è portatore di grandi innovazioni per i Goodwill Games: con la quinta edizione, infatti, viene interrotta la perfetta alternanza tra Ovest ed Est nella scelta della città organizzatrice. Nel 2000 la manifestazione si tiene ancora negli Stati Uniti, a Lake Placid: sono i primi Goodwill Games con sport esclusivamente invernali (undici specialità).
Ad esattamente venti anni di distanza dai celebri Giochi che lanciarono il mito del "miracle on ice", la cittadina dello stato di New York torna ad ospitare un evento sportivo di rilevanza internazionale. Ma ormai il giocattolo di Turner, che nel frattempo rompe le trattative con i russi, non diverte più.
L'anno successivo a Brisbane va in scena il canto del cigno dei Goodwill Games: la Time Warner Australia, che ha rilevato i giochi da Turner, è costretta ad anticipare l'evento di dodici mesi per motivi organizzativi. La copertura televisiva è pressoché inesistente, gli americani ignorano la manifestazione.
Inevitabile la decisione di annullare i prossimi Goodwill Games, inizialmente previsti a Phoenix nel 2004 (estivi) e a Calgary l'anno successivo (invernali): a sedici anni dalla nascita, le Olimpiadi della distensione hanno cessato le loro operazioni.
Pace ai Giochi di Buona volontà.
(2 - fine)
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