domenica 6 aprile 2014

Quando il Pontedera sconfisse l'Italia


Foto calcioromantico.com
Una squadra di calcio impegnata nel campionato di quarta divisione affronta in amichevole la nazionale che in quel momento guida la classifica Fifa. L’incontro sembra deciso in partenza: perché una selezione che raccoglie i migliori del paese dovrebbe perdere contro un manipolo di giocatori che oscillano tra professionismo e dilettantismo?

Come sovente accade, tuttavia, David affossa Golia. Sembra la trama dell’ennesima pellicola buonista di Hollywood. E invece è quanto accadde realmente tra Italia e Pontedera.

6 aprile 1994: gli azzurri di Arrigo Sacchi, radunati a Coverciano per preparare i Mondiali americani, si apprestano a chiudere il ritiro con un’amichevole contro i granata allenati da Francesco D’Arrigo. Avversario tosto, il Pontedera che domina il girone B Serie C2: non ha perso una singola partita dall’inizio del campionato, è l’unica squadra imbattuta in tutto il panorama professionistico italiano.

Il tecnico di Fusignano prova i vari schemi preparati nel quartier generale della nazionale: nel primo tempo chiude la difesa con i milanisti Baresi, Costacurta e Maldini, affida le chiavi del centrocampo ad Albertini e in attacco lancia Roberto Baggio e il cannoniere Signori. Il ‘Divin Codino’ e Beppegol, però, dialogano con imbarazzante difficoltà e tutta la squadra arranca.

Il Pontedera, invece, gioca bello spavaldo. Giancarlo Padovan, all’epoca inviato del Corriere della Sera, ne esalta la “difesa in linea addirittura spettacolare nel fuorigioco”, la “organizzazione che parte dal pressing e continua con l’ incessante movimento senza palla”, e la “eccellente condizione fisica”, accompagnata da “una buona tecnica individuale”. Tradotto in numeri: due gol a zero per i toscani. Il primo lo sigla il centrocampista Matteo Rossi, il secondo porta la firma dell’attaccante Alfredo Aglietti.



Nella ripresa Sacchi si trova costretto a rivoluzionare l’undici: Baggio e Signori cedono il posto a Casiraghi e Massaro e quest’ultimo accorcia subito le distanze. Poco dopo sfiora il raddoppio, con la palla che si stampa sulla traversa e poi ritorna in campo, forse al di là della fatidica linea bianca. Il tempo scorre, l’arbitro fa addirittura giocare dieci minuti in più rispetto ai quaranta pattuiti dalle due squadre. Ma l’Italia non riesce a scongiurare l’onta della sconfitta, complici anche i prodigiosi miracoli del portiere Giulio Drago, un passato in Serie A con l’Empoli.

Il titolo provocatorio della Gazzetta dello Sport è presto fatto: “Ai Mondiali il Pontedera”. Uno scivolone che mette ancor più a nudo le difficoltà nell’esperienza azzurra di Sacchi, che pochi mesi più tardi arriverà tuttavia a un passo dalla vittoria a USA 94. Il Pontedera, invece, firma un’impresa che nella città della Piaggio viene celebrata quasi come uno scudetto.

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