Tranquilli, non sono impazzito. Il titolo di questo post è assolutamente fuorviante: il sottoscritto non ha deciso di dedicarsi, improvvisamente, ai cartoni animati di Walt Disney (per quanto siano pellicole che hanno scandito gli anni della mia infanzia e che, quando capita, rivedo in preda alla nostalgia).
Si tratta di una frase coniata da alcuni giornali statunitensi per raccontare quella che oltre l'Atlantico viene ricordata come la più grande sorpresa nella storia dello sport americano: la vittoria di North Carolina State nel torneo NCAA - ovvero il più importante campionato nazionale di pallacanestro dedicato ai college - del 1983.
Ma il post odierno è una storia nella storia: a margine della grande impresa di North Carolina State c'è, infatti, quella del suo leggendario allenatore.
Il loro vero nome era Wolfpack, il branco di lupi. Ma in quell'anno - era il 1983 - si erano conquistati sul campo l'appellativo di "Cardiac Park". Perché scendere sul parquet equivaleva, quasi sempre, a commettere un attentato alle coronarie dei tifosi avversari.
Per la terza stagione consecutiva, sulla panchina della squadra di basket di North Carolina State siede come capo-allenatore James Thomas Antony - per tutti, semplicemente, Jim - Valvano. Il coach newyorkese di origini italiane è alla quarta esperienza dopo aver guidato John Hopkins, Bucknell e Iona: finora non è mai riuscito ad andare oltre il secondo turno della NCAA.
La stagione, per i Wolfpack, non sembra iniziare sotto una buona stella: un infortunio al piede tiene lontano dai parquet Dereck Whittenburg ed in otto partite arrivano sei sconfitte. In due circostanze, poi, la squadra soccombe con un distacco di 18 punti al cospetto di avversari che non rientrano neppure tra le prime venticinque squadre del ranking: i Wolfpack chiudono la stagione regolare al quarto posto, con dieci sconfitte.
Per qualificarsi al big dance, "il grande ballo" - così viene chiamato negli Usa il torneo NCAA - devono adesso vincere l'Atlantic Coast Conference (ACC), una delle principali conference del campionato: "La realtà è che, probabilmente, non eravamo nemmeno la terza o la quarta miglior squadra dell'ACC - ammette Mike Warren, uno dei giocatori - eppure abbiamo battuto una squadra che annoverava due tra i cinquanta miglior cestiti della NBA di tutti i tempi.
"Abbiamo sconfitto una squadra che poteva contare su una seconda scelta assoluta del draft come Len Bias.
"Abbiamo superato un avversario che aveva colui che, senza ombra di dubbio, è stato il più grande giocatore che sia mai esistito, Michael Jordan.
"E abbiamo battuto uno dei migliori giocatori di college di tutti i tempi, Ralph Sampson. Era impensabile che potesse accadere."
Le parole di Warren narrano l'incredibile cammino dei Wolfpack nel torneo ACC: nei tre incontri previsti battono Wake Forest (71-70), i campioni in carica e, soprattutto, eterni rivali di North Carolina trascinati da Michael Jordan (91-84 dopo un tempo supplementare) e Virginia (81-78) nella finale. Nasce il mito dei "Cardiac Park": la squadra di coach Valvano, in tutte e tre le partite, conquista la vittoria pur essendosi trovata a rincorrere ad un minuto dal termine.
2 marzo 1983. Per il secondo anno consecutivo North Carolina State accede così al big dance seppur con lo status di Cinderella, "Cenerentola", termine con cui si è soliti designare le squadre meno favorite per la vittoria finale.
Inseriti nel tabellone della West Region, i lupi affrontano nel primo turno Pepperdine: il quintetto californiano conduce l'incontro di sei lunghezze quando mancano appena ventiquattro secondi al fischio della sirena.
I "Cardiac Park", però, non smentiscono il loro nuovo appellativo e riducono i punti di svantaggio a due: a otto secondi dal termine usufruiscono, poi, di un tiro libero ed in lunetta si presenta Whittenburg, lo specialista della squadra. Ai lati, pronti ad intervenire come rimbalzisti, vanno a sistemarsi Lorenzo Charles e Cozell McQueen: nonostante la diffidenza del primo, Valvano insiste affinché i due invertano la propria posizione, in modo da sfruttare il mancino McQueen in caso di errore dalla lunetta.
Il coach paisà dimostra doti da veggente: Whittenburg sbaglia, la palla finisce esattamente sulla mano sinistra di McQueen che scarica a canestro. La battaglia si protrae ai supplementari: i "Cardiac Park" vincono di misura (69-67).
"Solo uno stupido mancino di 2 metri e 11 centimetri avrebbe potuto fare quel tiro", scherza Charles. E aggiunge: "Molti ricordano il mio tiro nella finale per il titolo? Bene, se Cozell non l'avesse messa dentro, noi avremmo perso contro Pepperdine. E a quest'ora non staremmo qui a parlare del titolo NCAA. Ecco cosa ha fatto davvero la differenza."
Anche nel secondo turno i Wolfpack vincono sul filo di lana: la University of Nevada di Las Vegas esce sconfitta per un solo punto (71-70).
Dopo aver battuto agevolmente Utah con un distacco di quasi venti punti nelle semifinali di tabellone (Sweet Sixteen), la squadra di coach Valvano ritrova nella finale (Elite Eight) i rivali di Virginia, numero uno del tabellone: ancora una volta la squadra favorita, guidata dal promettente Ralph Sampson, si arrende ai "Cardiac Park" che si impongono 63-62.
(1 - continua)
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