Una domanda: quanti di voi sanno dell'esistenza dei Mondiali di calcio in spiaggia, o meglio, di beach soccer? La manifestazione non è certo delle più longeve: quella che inizia oggi a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, è la quinta edizione che si svolge sotto l'egida della Fifa. Il meccanismo è identico a quello dell'assai più celebre Coppa del Mondo di calcio, con una comprensibile riduzione delle squadre partecipanti (l'esatta metà): in ogni continente si disputano i gironi di qualificazione. Tuttavia, esisteva già qualcosa di simile negli anni precedenti, pur senza il riconoscimento del massimo organo calcistico...
La sabbia bianca, finissima. L'acqua celeste, limpida. Il sole illumina un lembo di costa accerchiato da un nugolo di grattacieli. Uno scenario da cartolina, la spiaggia di Copacabana. Una delle mete più ambite che, una tantum, diventa il teatro di un evento sportivo internazionale.
Corre l'anno 1995. La Beach Soccer World Wide, un ente privato, decide di organizzare qualcosa di insolito, di inedito, forse anche di azzardato: i primi Mondiali di calcio in spiaggia. Il celebre litorale carioca è la perfetta cornice per questa edizione pilota, alla quale vengono invitate otto rappresentative nazionali, senza gironi di qualificazione. La bilancia dei pronostici pende dalla parte dei brasiliani, non fosse altro che indossano la maglia verdeoro due attempati fuoriclasse come Leo Junior, ex terzino del Torino reso celebre da un cameo in "L'allenatore nel pallone", e soprattutto Zico.
Tra le storiche debuttanti c'è pure l'Italia che in attacco si affida al campione del mondo Alessandro Altobelli: gli azzurri battono Uruguay ed Olanda e superano indenni lo scoglio del girone eliminatorio, arrendendosi solamente al Brasile. Nell'altro girone gli Stati Uniti spadroneggiano senza rivali e l'Inghilterra supera la concorrenza di Argentina e Germania per la conquista del secondo posto e, conseguentemente, delle semifinali.
Il torneo vede la vittoria, ai danni degli Usa, da parte del Brasile: l'Italia chiude al quarto posto, sconfitta nella finale di consolazione dagli inglesi. Nella speciale sfida tra cannonieri si rinnova il duello tra Altobelli e Zico, grandi protagonisti nella serie A italiana nella passata decade: sia l'azzurro che il brasiliano chiudono in vetta, segnando 12 reti ciascuno.
Il torneo vede la vittoria, ai danni degli Usa, da parte del Brasile: l'Italia chiude al quarto posto, sconfitta nella finale di consolazione dagli inglesi. Nella speciale sfida tra cannonieri si rinnova il duello tra Altobelli e Zico, grandi protagonisti nella serie A italiana nella passata decade: sia l'azzurro che il brasiliano chiudono in vetta, segnando 12 reti ciascuno.
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Il successo dei primi Mondiali di beach soccer è tale da indurre ad organizzare la manifestazione anche negli anni successivi, mantenendo intatto il canovaccio: si gioca nuovamente a Copacabana, con otto squadre che accedono direttamente alla fase finale senza passare prima dai gironi di qualificazione.
Il 1996 è, decisamente, l'anno dell'Italia: la formazione azzurra chiude con un brillante secondo posto e Altobelli è nuovamente il più prolifico tra gli attaccanti con un bottino individuale di 14 gol. Tuttavia, è ancora il Brasile la squadra da battere. La Seleçao si aggiudica con disarmante facilità anche la seconda e la terza edizione, quest'ultima caratterizzata dal clamoroso fallimento delle squadre europee: l'Italia vicecampione in carica e le debuttanti Francia e Portogallo patiscono infatti una prematura eliminazione.
Nel 1998 i Mondiali iniziano a subire i primi cambiamenti: le squadre partecipanti passano da otto a dieci, suddivise ancora in due gironi. Per l'Italia è una delle edizioni più nere: gli azzurri chiudono in ultima posizione, senza vittorie all'attivo. Trascorre un anno ed ecco che diventano dodici le nazionali che si danno appuntamento a Copacabana ed i gironi eliminatori raddoppiano. Nel Brasile, frattanto, non perde il fiuto del gol Leo Junior e assieme a lui si mettono in risalto il portiere Paulo Sergio, vice del tristemente noto Valdir Peres ai Mondiali spagnoli del 1982, ed un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano, l'ex udinese Edinho.
Per la sesta edizione i Mondiali cambiano scenario: niente Copacabana, il grande circo del beach soccer trasloca sulla meno rinomata spiaggia di Marina da Gloria. L'Italia, guidata da Mauro Bellugi, ritorna a superare il girone eliminatorio ma viene immediatamente eliminata dal sorprendente Giappone.
La prima edizione del nuovo millennio - 2001 - entra prepotentemente di diritto tra quelle storiche: dopo sei anni, infatti, i Mondiali di beach soccer non hanno più dimora a Rio de Janeiro. Adesso si gioca a Costa do Sauipe, nello stato di Bahia. E, soprattutto, dopo sei anni si interrompe l'egemonia brasiliana. A spezzare la catena è una squadra europea, il Portogallo, i cui punti di forza sono l'esperto difensore Hernani, finalista con la maglia del Benfica nella Coppa dei Campioni del 1989, il fuoriclasse di origini angolane Joao Vitor Tavares in arte "Madjer" e l'attaccante Alan Cavalcanti, nato in Brasile ma naturalizzato portoghese. E sono proprio i lusitani ad eliminare i verdeoro in semifinale: a contendere lo scettro trovano la Francia, sconfitta con un sonoro 9-3.
Ma dura appena una stagione l'interregno portoghese: nell'edizione che segna il ritorno ad otto squadre, i brasiliani ristabiliscono prontamente le gerarchie. Per la prima volta si gioca in due città diverse - Vitoria e Guaraju - anziché in un'unica sede: la vera sorpresa è la Thailandia, quarta forza dei Mondiali grazie anche alle parate del suo estremo difensore Normcharoen.
Nel 2003 il grande beach soccer fa rotta verso la casa madre, la spiaggia di Copacabana: il Brasile si conferma sulla vetta del mondo ed in finale batte l'emergente Spagna, nella quale brilla la stella del fantasista Ramiro Figueiras Amarelle, cresciuto nelle giovanili del Deportivo La Coruña.
Nuovo cambio per l'edizione che precede il decimo anniversario della competizione: si torna ad avere dodici squadre partecipanti, con conseguente passaggio da due a quattro gironi eliminatori. Quello che continua a rimanere, però, è lo strapotere dei brasiliani: in finale sono ancora contrapposti alla Spagna che non può far altro che confermare il brillante secondo posto.
Ma dura appena una stagione l'interregno portoghese: nell'edizione che segna il ritorno ad otto squadre, i brasiliani ristabiliscono prontamente le gerarchie. Per la prima volta si gioca in due città diverse - Vitoria e Guaraju - anziché in un'unica sede: la vera sorpresa è la Thailandia, quarta forza dei Mondiali grazie anche alle parate del suo estremo difensore Normcharoen.
Nel 2003 il grande beach soccer fa rotta verso la casa madre, la spiaggia di Copacabana: il Brasile si conferma sulla vetta del mondo ed in finale batte l'emergente Spagna, nella quale brilla la stella del fantasista Ramiro Figueiras Amarelle, cresciuto nelle giovanili del Deportivo La Coruña.
Nuovo cambio per l'edizione che precede il decimo anniversario della competizione: si torna ad avere dodici squadre partecipanti, con conseguente passaggio da due a quattro gironi eliminatori. Quello che continua a rimanere, però, è lo strapotere dei brasiliani: in finale sono ancora contrapposti alla Spagna che non può far altro che confermare il brillante secondo posto.
Photo studente.net |
Quattro anni dopo la vittoria iridata del Portogallo tocca ad un'altra squadra del Vecchio Continente, la Francia trascinata da un grande ex-calciatore di fama internazionale quale Èric Cantona, alzare il trofeo. Stavolta non basta al Portogallo superare nuovamente in semifinale i padroni di casa, mestamente terzi nonostante la presenza di due campioni del mondo come Jorginho e Romário.
Cambia il finale del film: sono i transalpini a trionfare sotto il cocente sole carioca. Il Brasile si riprende il maltolto già dall'anno successivo e così sarà per le edizioni future: nel frattempo il movimento del beach soccer cresce a dismisura e la Fifa introduce i gironi di qualificazione ai Mondiali nei vari continenti, con nuove nazionali che vedono la luce.
Dal 2008, inoltre, viene stabilito che la competizione non avrà più luogo esclusivamente in Brasile: una scelta rivoluzionaria, quasi copernicana di cui beneficia Marsiglia. In riva al Mediterraneo l'Italia, dopo qualche anno di oblio e in seguito ad alcune epurazioni eccellenti, torna a recitare il ruolo di grande potenza: sotto la guida di Giancarlo Magrini e trascinata dai gol del carismatico capitano Roberto Pasquali, la spedizione italiana arriva clamorosamente in finale, dove si arrende all'indomabile Brasile. Che sia su un manto erboso o su un lembo di spiaggia, la sfida tra azzurri e verdeoro ha sempre il sapore della grande sfida.
Fonti:
Io la conoscevo..pensa che nel 1996-1997 venivano trasmessi su TMC2 i mondiali di beach soccer; e mi domandavo come era possibile che il Canada battesse l' Italia :-)))
RispondiEliminaJacopo82
Jacopo, come sempre la tua memoria storica riserva grandi sorprese...devo ammettere che non ricordavo di TMC2...
RispondiEliminaEffettivamente, quando ho letto i risultati, me lo sono chiesto pure io :)