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L'eco delle imprese al contrario della giovanissima rappresentativa ha attraversato gli oceani ed è arrivato sino all'Europa. Suscitando ilarità, certamente. Ma mettendo a nudo anche il diverso approccio alla notizia da parte degli organi d'informazione italiani e inglesi.
Il 3 luglio, vigilia della cerimonia di apertura dei Giochi, è una data da circoletto rosso sul calendario per i micronesiani: la nazionale Under 23 calpesta l'erba di un campo di calcio per la sua prima partita internazionale. A Tahiti, avversario di questa storica sfida, sono sufficienti due giri di lancette dal fischio d'inizio per scuotere la rete e manifestare la sua superiorità.
Che definire schiacciante è puro eufemismo: la contesa si chiude sul 30-0 per la selezione polinesiana che eguaglia così il risultato di un incontro con le Isole Cook del lontano 1971. I tahitiani segnano con la stessa facilità con cui le grandi squadre impallinano improbabili rivali in amichevole durante il ritiro precampionato: tra triplette, quaterne e cinquine, è Fred Tissot il più scatenato con sei marcature personali. Gli sportivi di Port Moresby simpatizzano subito per i poveri micronesiani, tanto da soprannominare "Messi" il numero dieci Roger Nakasone.
Due giorni dopo i giovanotti allenati dal coach australiano Stanley Foster affrontano Figi. E stavolta finisce peggio, come lascia presagire lo scarto di ventuno reti con cui le squadre rientrano negli spogliatoi all'intervallo. L'arbitro papuano Hillary Ani mette in bocca il fischietto sul 38-0 per i figiani: è una vittoria dal margine talmente abissale che in Italia l'Ansa rilancia la notizia con un roboante "Fiji-Micronesia 38-0: è record", subito ripreso da altri giornali - Gazzetta dello Sport, La Repubblica e Corriere della Sera - che annunciano il superamento del precedente primato detenuto dall'Australia contro le Samoa Americane.
Più prudenti, invece, gli articoli dei britannici BBC Sport e Guardian: entrambi ricordano che si tratta di rappresentative giovanili, non di nazionali maggiori. E, soprattutto, che la Federated States of Micronesia Football Association, fondata nel 1999 e iscritta all'Oceania Football Confederation da nove anni, non è ancora affiliata alla FIFA. La quale non può esimersi dal disconoscere il risultato della sfida di Port Moresby come nuovo record negativo - o positivo, a seconda dalla prospettiva da cui lo si osserva - nella storia del calcio mondiale.
La nazionale micronesiana, da parte sua, conclude il suo percorso ai Giochi Pacifici con una batosta ancor più dolorosa: Vanuatu fa ancor meglio delle due precedenti avversarie e si impone per 46-0, stabilendo così un nuovo primato che tuttavia non gode dei crismi dell'ufficialità, con 16 reti segnate dall'attaccante Jean Kaltack. A questo punto si allineano anche le agenzie di stampa e i giornali italiani che etichettano la Micronesia "la peggior nazionale nella storia del calcio", evidenziando allo stesso tempo che "per la FIFA non è record".
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Eppure, nonostante le cento e passa reti sul groppone, nonostante non siano riusciti a segnarne almeno una, i ragazzotti micronesiani hanno di che sorridere: almeno per ora, la maglia nera rimane sulle spalle dei calciatori delle Samoa Americane.
Gli altri casi
Secondo la FIFA, infatti, il record in campo internazionale rimane il match di qualificazione ai Mondiali di Giappone e Corea del Sud che andò in scena l'11 aprile 2001 a Coffs Harbour, nel Nuovo Galles del Sud: qui l'Australia rifilò all'avversario 31 gol e l'attaccante dei Socceroos Archie Thompson ne siglò da solo ben 13, stabilendo così anche il record di marcature personale di un singolo giocatore in una partita internazionale.
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Leggenda narra che il portiere Jim Milne senior non si sia mai sporcato i guanti con il pallone e che sia stato talmente poco impegnato da permettersi di seguire la partita sotto l'ombrello di uno spettatore a bordo campo. Sono stati invece certificati i 13 gol messi a segno dal diciottenne attaccante John Petrie, il cui primato è stato eguagliato oltre un secolo dopo da Thompson.
A nemmeno una trentina di chilometri di distanza il Dundee Harp riceve la visita dell'Aberdeen Rovers. Il direttore di gara sul suo taccuino annota 37 reti, ma i conti non tornano: secondo il segretario dell'undici locale sarebbero 35. E l'arbitro, nel dubbio, arrotonda per difetto.
Anche l'Italia vanta una partita finita con oltre trenta reti di differenza tra le due contendenti: il 20 novembre 1994, nel campionato di Eccellenza calabrese, il Crotone sconfigge la Palmese per 32-0. Il passivo, scrive La Repubblica il giorno seguente, "si spiega con il fatto che la Palmese è scesa in campo con una formazione approntata all' ultimo minuto, con tesserati da tempo lontani dai campi di gioco. Per il Crotone anche un rigore fallito, tre traverse e tre gol annullati". Solo pochi giorni prima ignoti avevano fatto irruzione all'interno dello stadio di Palmi segando e rubando i pali di una porta, facendo così posticipare il match di campionato con il Santa Caterina. Finito sotto inchiesta, il 32-0 fu poi omologato dal giudice sportivo in quanto i tesseramenti risultarono essere regolari.
Ma tutti questi curiosi record sono stati prepotentemente sgretolati il 31 ottobre 2012 durante i playoff scudetto del Madagascar: manca una partita da disputare, ma il titolo è già stato matematicamente assegnato all'AS Adema Analamanga dopo il pari tra Stade Olympique de l'Emyrne e Dsa Antananarivo, un 2-2 scaturito da un calcio di rigore assegnato al Dsa tra gli improperi degli avversari. Che proprio non digeriscono la decisione arbitrale.
Nella sfida contro i nuovi campioni nazionali inscenano la protesta più clamorosa calciando volontariamente un pallone dietro l'altro alle spalle del loro portiere. Lo fanno per ben 149 volte, mandando su tutte le furie il pubblico che corre in massa ai botteghini chiedendo il rimborso del biglietto. Dopo la partita-farsa l'allenatore dell'Emyrne e quattro giocatori subiscono pesanti squalifiche, mentre l'arbitro dell'incontro viene graziato.
Ma sono decisioni che non alterano il corso della storia: il record, ormai, è stato stabilito. Ed è destinato a durare nel tempo. In fondo, anche la malconcia Micronesia è solo a 103 gol di distanza...
Fonti:
Jean Damien Lesay, "Il calcio. Teatro di vita", Angelo Colla editore, 2010
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