giovedì 8 ottobre 2020

Quando Viareggio piegò le V nere di Bologna



«Da Viareggio uno squillo di tromba». Se lo ricorda ancora quel titolo di giornale, Sandro Luporini, a distanza di settant'anni. Uno squillo di tromba che, oltre mezzo secolo dopo, s'è leggermene affievolito ma non s'è zittito proprio del tutto. Uno squillo di tromba che si levò, più o meno all'ora di pranzo di domenica 8 ottobre 1950, da un campo sportivo oggi sparito e che annunciò l'imponderabile: la matricola Assi Viareggio, al debutto assoluto nella Serie A di pallacanestro maschile, sconfigge nientemeno che la nobilissima Virtus Bologna. Follia pura. Da non crederci. 

Vale la pena ricordare che erano quelli i giorni di gloria del basket viareggino, con la nidiata dei fratelli Francesco "Cecco" e Alessandro "Sandro" Luporini - il secondo è proprio lui, l'inseparabile paroliere di Giorgio Gaber -, Egidio "Gigi" Pieraccini, Franco Fiorani, Gianni, capitan Parodi, Nesti, Gatto, Pellegrini, Paiotti. Un gruppo di giovani baldanzosi e anche un po' sfrontati che, all'improvviso, si ritrova opposto all'Olimpia Milano di Gamba, Pagani e Rubini, alle stesse 'V nere' che proprio a Viareggio, sui campi del circolo del tennis nella pineta di Ponente, avevano conquistato il loro primo scudetto, alla Reyer Venezia, a Pesaro, Varese. Come Cenerentola invitata al gran ballo. 

Ai ragazzi di Parodi il sorteggio non poteva riservare avversario peggiore - la Virtus Bologna che dal 1946 al 1949 ha dominato la scena. Almeno si gioca in casa, sulla pista del Bertabello in via IV Novembre, dove oggi si trova il cortile del liceo scientifico. La partita, preceduta da un incontro fra le formazioni femminili della Virtus Lucca e della stessa Assi Viareggio, sembra decisa già in partenza: «Duro collaudo per la giovane formazione viareggina che si presenta con una inadeguata preparazione e non sufficientemente amalgamata», evidenzia la Gazzetta dello Sport. Palla al centro alle 11 di mattina davanti a una "folla imponente" che comprende pure le autorità cittadine. 

Si parte. Dopo cinque minuti la Virtus è già avanti di sei punti, messi a segno dagli azzurri Gianfranco Bersani e Gigi Rapini: poi si sblocca l'Assi - è di Cecco Luporini il primo, storico canestro nel massimo campionato - che recupera sul 10-10 e riesce perfino a passare in vantaggio sul 17-16, concedendo il sorpasso alle 'V nere' proprio allo scadere del primo tempo. 

Il pronostico? Ancora in bilico. Nella ripresa, "sorretti dall'incitamento del pubblico", i viareggini si portano subito in vantaggio. E vantaggio fa rima con coraggio. Quello che trascina la squadra di Parodi verso una clamorosa vittoria che merita le prime pagine dei quotidiani sportivi: finisce 37-33, quella Viareggio che rievocava dolci ricordi alla Virtus Bologna diventa ora per i giocatori una macchia che non sbiadirà neppure dopo il 68-23 della gara di ritorno. 

Per l'Assi rimarrà un'impresa sì indelebile, ma anche isolata: in fondo alla stagione saranno solo sette i successi - due comunque di prestigio, sempre al Bertabello, contro Pesaro e Varese - e il quintetto ritornerà immediatamente nel campionato cadetto. Con una storia da raccontare, almeno. Che in America, che vive di epica dello sport, avrebbe ispirato articoli, libri e film dalla patina disneyana. E che qui purtroppo non rammenta, o non conosce, quasi più nessuno. Che peccato.

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