martedì 2 febbraio 2010

Il torneo di Viareggio - 1

Le origini. Il Torneo di Viareggio emette i suoi primi vagiti all’indomani della Seconda Guerra Mondiale: in tutta la città aleggia un forte spirito di rinascita dopo una lunga parentesi contrassegnata da brutalità e devastazioni. Tant'è che, già nel 1946, i carri del Carnevale tornano a sfilare sui viali a mare, ma anche lo sport - e il calcio - ritrova il sorriso grazie alla nascita di numerose squadre locali. Emerge così la necessità di dare nuova linfa vitale al Viareggio Calcio ed è a tal proposito che viene costituito nel 1947 il Centro Giovani Calciatori (CGC).




L’anno successivo, la neonata società mette in piedi un torneo giovanile a carattere rionale che si svolge durante il periodo della festa: la logica suggerisce di chiamarlo Coppa Carnevale. A questa prima, storica edizione partecipano ben undici squadre ed il costo dell'iscrizione è di 100 lire. Alla finalissima in programma in uno Stadio Dei Pini all’inglese, con tribune di legno e staccionata, approdano il Bar Lencioni ed il Bar Fattore, con arbitro il signor Cappelli di Viareggio: sul campo viene premiato il maggior tasso tecnico del Bar Lencioni che si impone con un netto 3-0. Il bilancio è positivo, si è registrato un discreto interesse verso la manifestazione.

Ma in mezzo ai tavolini del Bar Trieste di Piazza Campioni, sede provvisoria per le riunioni del CGC, prende corpo la convinzione di poter mirare ancor più in alto e valorizzare non solo i giovani calciatori di Viareggio ma anche dell’Italia e dei paesi stranieri: gli svizzeri del Bellinzona, infatti, hanno già avanzato la propria candidatura per poter partecipare al torneo. Un progetto (forse) troppo ambizioso per una società nata da appena un anno. Il sodalizio bianconero non perde tuttavia tempo ed inizia a setacciare lo Stivale alla ricerca di squadre partecipanti e anche di possi-bili mecenati in campo economico: allo stesso tempo, si cercano convenzioni con gli alberghi che ospiteranno le squadre. Risultato: la Coppa Carnevale concede il bis l’anno seguente, con dieci squadre ai nastri di partenza. È l'atto di nascita del Torneo di Viareggio.


1949: ciak, si gira. Bellinzona, CGC Viareggio, Fiorentina, Lazio, Lucchese, Milan, Nizza, Rapid Mentone, Rappresentativa livornese e Sampdoria: sono queste le partecipanti alla prima edizione del Torneo di Viareggio in versione internazionale. I padroni di casa, che indossano una maglietta bianca con V nera, iniziano in grande stile rifilando un poker alla Rappresentativa livornese, ma devono successivamente inchinarsi nei quarti di finale alla Lazio campione d’Italia juniores. I capitolini approdano poi in finale contro il Milan che conquista la coppa con un agevole 5-1, risultato con il quale la Sampdoria batte il Bellinzona nella finalina: il vantaggio rossonero ad opera di Poletti dopo soli sette secondi detiene, ancora oggi, il record di rete più veloce segnata in una finale del Torneo. Negli anni successivi, al cospetto delle blasonate rappresentative delle squadre di Serie A, il CGC Viareggio non sfigura: l’ultima apparizione delle V nere è datata 1955, quando nel turno preliminare escono sconfitte per 1-0 dalla Fiorentina.

Gli anni ’50 sono a forti tinte rossonere: il Milan si aggiudica il trofeo per ben quattro volte (1952, 1953, 1957 e 1959) e conquista inoltre un secondo posto (1956, contro i cecoslovacchi dello Sparta Praga). Due vittorie a testa, invece, per la Sampdoria e la Lanerossi Vicenza. Nel frattempo il Torneo continua a crescere ed a compiere passi da gigante, portando le squadre partecipanti a dodici nella terza edizione e addirittura sedici a partire dal 1952: giungono a Viareggio squadre da ogni angolo del continente, dalle vicine Austria e Svizzera come dall’Est europeo e dalla Danimarca. Con il passare delle edizioni la coppa va incontro a rilevanti novità: nel 1955 la Rai trasmette in diretta il secondo tempo della finalissima - proprio a Viareggio, un anno prima, la televisione di Stato aveva effettuato la sua prima diretta in esterna, portando nelle case degli italiani i corsi mascherati del Carnevale - ed è a partire dal 1957 che le partite del turno eliminatorio vengono disputate con turni di andata e ritorno.

Spuntano fin da subito nomi destinati a fare la storia del calcio: nel Partizan di Belgrado figura Bora Milutinović, l’allenatore che ha preso parte a cinque mondiali alla guida di altrettante selezioni nazionali, mentre nell’Offenbach Verein di Amburgo si distingue Uwe Seeler. Quanto agli italiani, nel Vicenza vincitore del 1954 sono protagonisti Sergio Campana, poi presidente dell'AIC e Azeglio Vicini, futuro ct della Nazionale ai Mondiali di Italia ’90: in evidenza anche Eugenio Fascetti (lui, da buon viareggino, gioca con il CGC) Giovanni Trapattoni, Fabio Cudicini ed Enrico Albertosi.


Una curiosità: nel 1950 il Torneo si trova ad avere anche un suo inno ufficiale. Si intitola “Baldi calciatori”: a firmarlo è la coppia formata da Aldo Valleroni e Stefano Sciarra, già autrice di molte canzoni carnevalesche.

(1 - continua)

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