Anni ’70: il vento dell'Est. Il periodo che coincide con l’avvento del calcio totale si apre nel segno del Dukla di Praga, vincitore del trofeo per tre volte nell'arco del decennio. Terza squadra della capitale cecoslovacca dopo Sparta e Slavia, si presenta con una caratteristica maglia color amaranto con maniche gialle, resa successivamente nota da una canzone della band inglese Half Man Half Biscuit ("All I want for Christmas is a Dukla Prague away kit"). Ispirato al nome di un villaggio situato alla frontiera tra l’odierna Slovacchia e la Polonia, teatro di una delle più sanguinose battaglie della Seconda Guerra Mondiale, il Dukla diviene ben presto una delle squadre più celebri e temute del Torneo: su alcuni dei suoi giocatori, particolarmente prestanti sul piano fisico, nascono infatti dei sospetti circa l'età anagrafica, a causa di certe calvizie fin troppo precoci.
La squadra cecoslovacca nella finalissima del 1970 batte 1-0 il Milan, dopo che i rossoneri avevano più volte sfiorato il gol del vantaggio: è l’anno dello sciopero dei dipendenti dell'Enel che non impedisce, comunque, agli organizzatori del torneo di garantire la diretta televisiva Rai del match Dukla-Atalanta.
Da record, poi, la finalissima del 1971, giocata di fronte a ventimila spettatori secondo le cronache dell’epoca: l’atto supremo è il derby della Madonnina tra Milan ed Inter, vinto dai nerazzurri per 2-1 con reti di Dioni e Gilavardi. Tra gli interisti si segnala Evert Skoglund, figlio del popolare "Nacka". Frattanto il Torneo inizia ad attirare compagini sempre più lontane, come gli argentini del Boca Juniors, i maestri del calcio con il Crystal Palace di Londra e persino gli USA con il Burlingame di San Francisco.
Da record, poi, la finalissima del 1971, giocata di fronte a ventimila spettatori secondo le cronache dell’epoca: l’atto supremo è il derby della Madonnina tra Milan ed Inter, vinto dai nerazzurri per 2-1 con reti di Dioni e Gilavardi. Tra gli interisti si segnala Evert Skoglund, figlio del popolare "Nacka". Frattanto il Torneo inizia ad attirare compagini sempre più lontane, come gli argentini del Boca Juniors, i maestri del calcio con il Crystal Palace di Londra e persino gli USA con il Burlingame di San Francisco.
Ma il vero colpaccio avviene nel novembre 1977, quando è annunciata la partecipazione del Pechino, prima squadra cinese a prendere parte ad una competizione calcistica in Europa dopo che il paese asiatico aveva in precedenza boicottato più di una manifestazione sportiva, Giochi olimpici compresi.
Un evento storico, che conosce la propria apoteosi il successivo 25 gennaio, in occasione del cocktail di benvenuto al municipio di Viareggio, alla presenza del presidente della FIGC Artemio Franchi. Dopo la diplomazia del ping pong, dunque, ecco quella della Coppa Carnevale.
Un evento storico, che conosce la propria apoteosi il successivo 25 gennaio, in occasione del cocktail di benvenuto al municipio di Viareggio, alla presenza del presidente della FIGC Artemio Franchi. Dopo la diplomazia del ping pong, dunque, ecco quella della Coppa Carnevale.
Nel 1975, intanto, la formula della fase eliminatoria con gare di andata e ritorno viene accantonata in favore dell’attuale regolamento, con gironi all’italiana da quattro squadre ciascuno per la prima fase e scontri in gara unica per la fase finale.
L'anno dopo, poi, spazio a due esperimenti, destinati però a non portare i frutti sperati: il primo è il corner corto, il secondo è una sorta di pionieristico "Tutto il calcio minuto per minuto". E sono ancora numerose le future promesse del calcio italiano e mondiale: l’Inter schiera nel corso degli anni i vari Bordon, Oriali, Zenga e Beppe Baresi, il Milan non è da meno con il fratello Franco, Collovati e Maldera.
In evidenza anche la Fiorentina che vince per ben quattro volte la coppa grazie al talento di Giancarlo Antognoni. Da non dimenticare Zaccarelli, Pulici e Castellini nel Torino (vinceranno lo scudetto nel 1976), i due laziali Giordano e Manfredonia, il compianto Gaetano Scirea con la maglia dell’Atalanta e due giocatori della Roma scudettata del 1983 come il capitano Agostino Di Bartolomei ed Odoacre Chierico.
Quanto alla legione straniera non passa inosservato il boemo Masný, campione europeo nel 1976. Un capitolo a parte lo merita Mario Masiello, vincitore del Torneo nel 1975 con la maglia del Napoli: è proprio a Viareggio che si ferma e mette su famiglia. La sua unione con Emma, ragazza del quartiere Darsena, dà alla luce undici anni dopo Andrea, destinato a "battere" il padre trionfando con la Juventus in due edizioni consecutive.
L'anno dopo, poi, spazio a due esperimenti, destinati però a non portare i frutti sperati: il primo è il corner corto, il secondo è una sorta di pionieristico "Tutto il calcio minuto per minuto". E sono ancora numerose le future promesse del calcio italiano e mondiale: l’Inter schiera nel corso degli anni i vari Bordon, Oriali, Zenga e Beppe Baresi, il Milan non è da meno con il fratello Franco, Collovati e Maldera.
In evidenza anche la Fiorentina che vince per ben quattro volte la coppa grazie al talento di Giancarlo Antognoni. Da non dimenticare Zaccarelli, Pulici e Castellini nel Torino (vinceranno lo scudetto nel 1976), i due laziali Giordano e Manfredonia, il compianto Gaetano Scirea con la maglia dell’Atalanta e due giocatori della Roma scudettata del 1983 come il capitano Agostino Di Bartolomei ed Odoacre Chierico.
Quanto alla legione straniera non passa inosservato il boemo Masný, campione europeo nel 1976. Un capitolo a parte lo merita Mario Masiello, vincitore del Torneo nel 1975 con la maglia del Napoli: è proprio a Viareggio che si ferma e mette su famiglia. La sua unione con Emma, ragazza del quartiere Darsena, dà alla luce undici anni dopo Andrea, destinato a "battere" il padre trionfando con la Juventus in due edizioni consecutive.
(3 - continua)
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