mercoledì 25 novembre 2015

L'esilio dello Shakhtar Donetsk



Foto espn.com
Giocare in casa a 1.236 chilometri da... casa. È la assurda situazione che lo Shakhtar Donetsk, la seconda squadra di calcio più titolata in Ucraina, sta vivendo da quasi due anni. Da quando, precisamente, nell'Ucraina orientale è iniziato il conflitto tra le truppe del governo ucraino e i separatisti filorussi - si ricorderà la crisi di Crimea e l'annessione alla Federazione russa dell'omonima penisola affacciata sul Mar Nero.

Da allora la squadra del facoltoso presidente Rinat Achmetov - raccontai la sua parabola in uno dei miei primissimi articoli di questo blog - gioca a Leopoli (Lviv), quasi al confine con la Polonia (e non a casa è la città che ha dato i natali al mitico Kazimierz Górski).

Ne ho parlato su East Journal, rivista online la cui pagina sportiva è curata dall'amico Damiano Benzoni, con cui ho condiviso - e spero ancora di condividere - idee e progetti.

Qui l'articolo completo.

2 commenti:

  1. Lo sport dovrebbe essere aggregazione, questa guerra ha purtroppo destabilizzato ogni cosa in Ucraina, anche a livello sportivo.

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    1. Concordo. E tra l'altro ha avuto grosse ricadute negative anche sul bilancio dello Shakhtar, costretto a vendere i suoi pezzi pregiati per compensare il crollo di entrate da biglietti e sponsorizzazioni

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