martedì 14 luglio 2009

Storia dei Mondiali di nuoto - 10

La decisione della FINA è oramai definitiva: i Mondiali di nuoto si svolgeranno ogni due anni. E così, dopo due edizioni passate lontano dall'Europa, nel 2003 la manifestazione fa nuovamente rotta verso il Vecchio Continente: per la terza volta consecutiva non sarà una capitale ad ospitare i Mondiali. Il massimo organo delle discipline natatorie sceglie Barcellona: la Spagna diventa così l'unico paese, al pari dell'Australia, ad accogliere una seconda volta le stelle mondiali del nuoto. Ma, al tempo stesso, diventa anche il primo paese a farlo con due città diverse, Madrid e Barcellona. Quella catalana passerà alla storia come l'edizione con il più alto numero di atleti partecipanti (2.015): per l'occasione, poi, viene eccezionalmente allestita una piscina all'interno del Palau Sant Jordi, casa della squadra di basket del Barcellona. La manifestazione si svolge dal 12 al 27 luglio.

Le gare del nuoto vedono protagonisti vecchi e nuovi nomi della disciplina. A dispetto delle sue trentuno primavere, Popov è ancora lo "zar": nei 50 e nei 100 stile libero si lascia alle calcagna avversari come Forster, Thorpe e van den Hoogenband. La media distanza - 200 e 400 metri - è invece ancora dominio dello stesso Thorpe, mentre Hackett si conferma imbattibile negli 800 e nei 1500. Nei misti e nella farfalla, poi, si fa sempre più spazio Michael Phelps: ha ancora diciotto anni, ma il Kid si sta facendo uomo. Nei 100 e 200 rana, invece, irrompe di prepotenza un nuovo protagonista sulla scena: è il giapponese Kosuke Kitajima, capace di abbassare il record del mondo in entrambe le specialità. L'Italia sale sul podio con il solo Rosolino, bronzo nei 200 misti alle spalle del già citato Phelps e di Thorpe.
Anche in campo femminile i nomi delle vincitrici non sono sconosciuti al grande pubblico: Inge De Bruijn trionfa nei 50 stile libero e nei 50 farfalla, mentre Jana Kločkova conferma nuovamente la sua egemonia nei misti, la cinese Luo Xuejuan è ancora campionessa mondiale nei 50 e nei 100 rana e la statunitense Jenny Thompson, cinque anni dopo Perth, è ancora sulla cresta dell'onda. Non per questo, però, mancano volti nuovi: nei 200 rana si impone la bella Amanda Beard (nella foto a sinistra), californiana di Newport Beach che posa pure per riviste patinate come FHM e Playboy. Ma la vera rivelazione dei Mondiali catalani è la tedesca Hannah Stockbauer, oro nei 400, 800 e 1500 stile libero (nella foto a destra con le sue tre medaglie). Nei 200 stile libero, poi, Alena Popchanka regala uno storico primo posto alla Bielorussia mentre il pubblico casalingo applaude la vittoria nei 50 dorso di Nina Živanevskaja, che dal 1999 gareggia per la Spagna dopo aver partecipato ai Giochi olimpici sotto le bandiere di Squadra Unificata - cioè la CSI, che comprendeva i paesi dell'ex Urss - e Russia.

Ancor più intricata ed affascinante è la storia di Irina Laško, medaglia d'oro nei tuffi nella specialità del trampolino da 1 metro. Nata a Samara, città russa che sorge sulla sponda orientale del Volga, conquista un argento ai Mondiali di Perth del 1991: qui rappresenta ancora la vecchia Unione Sovietica. Un anno dopo, ai Giochi di Barcellona, gareggia per la Squadra Unificata e successivamente per la Russia: a Perth, nel 1998, vince l'oro nel trampolino da 1 metro e nel tuffo sincronizzato dal trampolino. Proprio l'Australia segnerà il resto della sua esistenza, perché in seguito ad un matrimonio acquisirà la nazionalità di quel paese: a Barcellona vince proprio sotto la bandiera australiana. La Lashko passerà così alla storia come l'unica atleta ad aver partecipato a quattro Giochi olimpici in rappresentanza di quattro diversi stati.
Nei tuffi la Cina è sempre più irraggiungibile, specialmente in campo femminile: Wu Minxia e Guo Jingjing non lasciano scampo a nessuna. I tuffatori cinesi, invece, non riescono a fare altrettanto: nel tuffo sincronizzato dalla piattaforma vince la coppia australiana Helm-Newbery, dal trampolino il russo Aleksandr Dobroskok detronizza il connazionale Sautin (con il quale vince comunque la prova a coppie). La piattaforma, invece, conosce il suo nuovo leader mondiale: è il canadese Alexandre Despatie, autore di un ultimo tuffo da punteggio record (107.1). Un predestinato, se è vero che vinse l'oro ai Giochi del Commonwealth del 1998 a soli tredici anni.
Nelle gare di nuoto all'aperto, la Russia fa bottino pieno in campo maschile: in tutte le tre diverse distanza piazza infatti un suo atleta sul gradino più alto del podio. Tra le donne, invece, l'azzurra Viola Valli (nella foto a sinistra) domina nella 5 km e nella 10 km: nella 25, invece, arriva il tanto atteso primo oro mondiale per l'olandese Edith van Dijk, fino a quel momento eterna seconda. Il sincronizzato, invece, celebra una prima volta: è quella della Francia che conquista uno storico oro nella prova individuale con Virginie Didieu, che in passato era arrivata piuttosto vicina al massimo traguardo. La Russia si aggiudica le altre due prove, seguita in ambo i casi dal Giappone: da segnalare il bronzo della Spagna padrona di casa nella specialità individuale (Gemma Mengual) ed in quella a coppie (Mengual-Tirados).

I tornei della pallanuoto riservano grandi sorprese: in campo maschile il Settebello si presenta privo di grandi credenziali dopo l'umiliante undicesimo posto agli Europei di Kranj, in Slovenia. Eppure farà molta strada. Diverso, invece, il caso del Setterosa, che nei Balcani ha appena pescato il quarto alloro continentale della sua storia e punta a centrare la tripletta dopo i trionfi di Perth e di Fukuoka.
Nonostante le perplessità della vigilia, il Settebello parte con il piede giusto e chiude a punteggio pieno il primo turno: il vero banco di prova, tuttavia, non può essere costituito da Cina, Germania e Grecia, avversarie nel girone. Ai quarti gli azzurri, che mettono in mostra un brillante Goran Fiorentini, si sbarazzano dell'Australia, ma è in semifinale che arriva la grande impresa: la Serbia e Montenegro, fresca vincitrice degli Europei, viene sconfitta per 6-5. Nove anni dopo Roma, il Settebello torna a giocarsi l'oro: nell'inedita cornice del Palau Sant Jordi gli uomini di Paolo De Crescenzo trovano di fronte l'Ungheria, che vince l'incontro con il risultato di 11-9.
Il Setterosa inizia subito con il bel successo sul Kazakistan, poi cede all'Ungheria ed infine batte di misura la Spagna padrona di casa: nel turno seguente le vittorie contro Olanda (ai rigori) e Canada spianano la strada alle azzurre verso la terza finale iridata della loro storia. Questa volta, però, il miracolo non riesce: si impongono per 8-6 gli Stati Uniti delle future "italiane" Heather Petri e Brenda Villa.


Fonti:
http://en.wikipedia.org/
http://it.wikipedia.org/
HistoFINA - Vol. VIII
L'Enciclopedia delle Olimpiadi - ed. La Gazzetta dello Sport (vol. I-II)

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