giovedì 9 luglio 2009

Storia dei Mondiali di nuoto - 5

Il canovaccio resta il medesimo, anche per la quinta edizione dei Mondiali di nuoto targati FINA: la perfetta alternanza tra Europa e Sudamerica viene ancora una volta rispettata e, dopo Belgrado e Berlino, è ora il turno di Madrid. Per la terza volta, la massima competizione mondiale degli sport acquatici si svolge lo stesso anno dell'equivalente calcistico: è il 1986. Per la prima volta nella storia della rassegna, il numero di atleti supera la soglia delle mille unità: 1.119 partecipanti si danno appuntamento dal 13 al 23 agosto nelle piscine della capitale spagnola. Un aumento giustificato dall'introduzione di nuove gare: nel nuoto si assegnano le prime medaglie nei 50 metri stile libero, mentre nella pallanuoto al torneo maschile viene affiancato per la prima volta quello femminile.

Per gli Stati Uniti si è oramai esaurito il filone dorato: i nuotatori yankees continuano a mietere successi, ma gli anni dei trionfi a mani basse sono davvero lontani nel tempo. E' comunque americano il primo vincitore mondiale dei 50 stile libero: Tom Jager precede l'elvetico Dano Halsall ed il connazionale Matt Biondi, tra i più prolifici della spedizione Usa con due bronzi e tre ori (tra cui quello dei 100 stile libero, la regina delle gare natatorie). Quello di Biondi (nella foto a destra) è un nome destinato a rimanere inciso per sempre nella storia del nuoto: ai Giochi di Seul, infatti, eguaglia il record di Mark Spitz di medaglie conquistate in una sola edizione (sette, seppur non tutte del metallo più prestigioso). Oggi Biondi è insegnante di matematica in una scuola delle Hawaii ed ha prestato il suo volto per campagne informative contro la malnutrizione e l'analfabetismo. Il mondiale madrileno conferma, poi, il tedesco Michael Gross quale signore dei 200 stile libero e dei 200 farfalla: lo emulano il connazionale Rainer Henkel (nei 400 e nei 1500 stile libero è lui a riempire il vuoto lasciato da Vladimir Sal'nikov), il dorsista sovietico Igor Poljanskij (100 e 200 metri) ed il magiaro Támas Darnyi, senza rivali nei 200 e 400 misti.
Tra le donne lo strapotere della Germania Est raggiunge livelli che rasentano la perfezione: solo la rumena Tamara Costache nei 50 stile libero e le statunitensi Betsy Mitchell (100 dorso) e Mary T. Meagher (200 farfalla) impediscono alle tedesche di fare bottino pieno. Kristin Otto è nuovamente tra le protagoniste principali con due ori individuali e due con la staffetta: salgono alla ribalta anche Heike Friedrich (i 200 ed i 400 stile libero sono affar suo), Sylvia Gerasch (oro e record mondiale nei 100 rana) e Silke Hörner, vincitrice dei 200 rana con tanto di nuovo primato: proprio in queste due distanze Tania Bogomilova regala le prime medaglie alla Bulgaria. Non hanno storia le tre diverse distanze della staffetta: in tutti i casi la Germania Est polverizza le nazioni concorrenti.

Diversamente da Guayaquil, questa volta il nuoto sincronizzato ha una sola, indiscussa padrona: il Canada. Carolyn Waldo e Michelle Cameron, assieme alle altre compagne di squadra, contribuiscono alla storica tripletta del paese nordamericano che, per la prima volta, batte i cugini statunitensi in tutte e tre le competizioni. Fino a quel momento, poi, erano sempre stati Usa, Canada e Giappone a salire sul podio: nella competizione individuale, però, i nipponici restano fuori dal podio, a vantaggio di una nazione che mai aveva conquistato medaglie nel sincronizzato. Il merito è tutto della francese Muriel Hermine, il cui bronzo ha un peso ben più grande di quello prettamente fisico (nella foto a sinistra, mentre riceve la storica medaglia). Nei tuffi, Greg Louganis lascia il vuoto alle sue spalle nel trampolino da 3 metri e nella piattaforma da 10 metri: in campo femminile, invece, il mondo conosce volti sconosciuti, dagli occhi a mandorla. Parte infatti da Madrid la parabola ascendente dei tuffatori e delle tuffatrici cinesi: Gao Min trionfa dal trampolino, Chen Lin è invece la nuova regina della piattaforma.

Tante novità nella pallanuoto: al torneo maschile prendono parte quindici squadre, anziché le canoniche sedici. E, soprattutto, c'è l'esperienza inedita delle nazionali femminili. Tra gli uomini il Settebello si riscatta dalla figuraccia di Guayaquil, chiudendo con un onorevole argento: Madrid incorona per la prima volta la Yugoslavia, nella cui squadra figurano numerosi giocatori che faranno strada anche nel nostro campionato. E' il caso di Dani Lusić (croato, protagonista con la calottina dell'Ortigia Siracusa), di Dubravko "Dudo" Šimenc (croato pure lui, in Italia ha giocato con sette squadre diverse) e di Mirko Vicević (montenegrino, ha vissuto gli anni più belli a Savona), campioni olimpici due anni dopo a Seoul.
Prima volta della pallanuoto in rosa ai Mondiali di nuoto: a trionfare è l'Australia che vince tutte le nove gare disputate. Al secondo posto una nazione europea con grandi tradizioni, l'Olanda, trascinata dai gol di Alice Lindhout (26 reti che le valgono il titolo di capocannoniere), agli Stati Uniti la medaglia di bronzo.

Fonti:
http://en.wikipedia.org/
http://it.wikipedia.org/
HistoFINA - Vol. VIII
L'Enciclopedia delle Olimpiadi - ed. La Gazzetta dello Sport (vol. I-II)

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