Photo: Natalia Tsoukala/ Caritas International, January 2016 |
Se penso alla Grecia e ai migranti mi vengono in mente alcuni ragazzi curdi e siriani che ho incontrato qualche anno fa durante la mia esperienza ateniese. Lavoravano in condizioni poco dignitose e con nessuna tutela, se si sentivano male non potevano chiamare un dottore in quanto clandestini, avevano paura ogni volta che incrociavano una pattuglia di poliziotti in giro: erano i primi mesi della crisi greca e scudi con la scritta ΑΣΤΥΝΟΜΙΑ si aggiravano nelle strade più importanti di Atene. Portavano sul volto i segni della sofferenza, della lontananza da casa.